- Palestre chiuse da tempo a causa delle restrizioni anti Covid19
- Arrivano gli indennizzi per i collaboratori sportivi ma gli importi sono sbagliati
- La denuncia di una collaboratrice sportiva
La crisi economica determinata dal Covid19 ha messo in ginocchio anche i lavoratori del mondo dello sport.
Palestre chiuse da tempo ed attesa di ristori da parte del governo nazionale, che quando arrivano, però, sono ‘sbagliati’.
Lo denunciano i collaboratori sportivi che si sentono beffati.
A spiegare a BlogSicilia la problematica è Ambra Bracciante, che lavora in una palestra a Palermo.
I collaboratori sportivi
Qualsiasi Associazione o Società Sportiva Dilettantistica può scegliere di intessere rapporti di collaborazione con soggetti privati, quali tecnici, allenatori, istruttori, giudici di gara, commissari speciali, dirigenti e collaboratori amministrativi.
Ambra Bracciante parla a nome di tanti suoi colleghi che si trovano nella sua stessa situazione e che vorrebbero tornare a lavorare.
“Noi siamo ancora chiusi – dice -, c’è una data indicativa di riapertura fissata all’1 giugno ma tutto dipenderà dal colore della regione”. L’ultimo anno per le palestre è stato una vera e propria via crucis.
“Abbiamo chiuso la prima volta – specifica Bracciante – a marzo 2020. Abbiamo riaperto nello stesso anno a fine maggio. Adesso siamo fermi dalla prima settimana di ottobre. Attendiamo ancora indicazioni precise”.
Il bonus per i collaboratori sportivi
Con il primo decreto Ristori dello scorso anno è stato previsto un bonus per i collaboratori sportivi.
Sul sito della società Sport e Salute del Coni, nella sezione relativa alle Faq, viene specificato che “l’indennità spetta ai collaboratori sportivi (atleti, tecnici, addetti amministrativi-gestionali etc.) che abbiano un rapporto con Federazioni Sportive Nazionali, Enti di Promozione Sportiva, Discipline Sportive Associate riconosciuti dal CONI, nonché con Società e Associazioni Sportive Dilettantistiche iscritte al Registro del CONI alla data del 17 marzo 2020. Il rapporto di collaborazione deve essere attivo alla data del 23 febbraio 2020 ed in corso di validità al 17 marzo 2020”. I collaboratori sportivi sono ‘divisi’ in tre fasce in base a quanto percepito nel 2019: 1200 euro di indennizzo per compensi da 0 a 4mila euro; 2400 euro di indennizzo per compensi da 4001 a 10mila euro; 3600 euro di indennizzo per compensi superiori ai 10mila euro.
La piattaforma Sport e Salute ed il pasticcio dei numeri
Le domande di indennizzo sono state presentate dai collaboratori sportivi telematicamente – unica modalità prevista – sulla piattaforma Sport e Salute. Ma è a proprio a questo punto della storia che si sono verificati i problemi.
Bracciante ci spiega di cosa si tratta. “Ad aprile 2020, quando è arrivato l’ok per fare domanda, abbiamo compilato l’apposito form su Sport e Salute. Il dato fondamentale riguardava il campo destinato all’indicazione dei compensi percepiti nell’anno 2019; una sorta di autodichiarazione perché ancora non avevamo il Cud relativo a quell’anno”.
Ebbene, a Bracciante e a moltissimi suoi colleghi di tutta Italia, è arrivato il bonus ma di un importo errato. “Non si sa cosa sia successo – spiega la collaboratrice sportiva – fatto sta che io ho percepito 1200 euro anche se mi spettava il bonus di 2400 euro. Mi attacco dunque al telefono e provo a contattare la piattaforma tramite il numero dedicato. Ho dovuto riprovare più volte perché era impossibile prendere la linea. Dopo un paio di giorni, finalmente mi rispondono, e mi dicono che a seguito di un immediato controllo si evince che nel campo relativo ai compensi percepiti avevo indicato 0 euro. Io faccio presente che è stato commesso un errore da parte loro e mi rispondono che non c’è modo di intervenire sui dati. A seguito della telefonata, invio mail con il Cud invitandoli a verificare, ma mi viene risposto in modo automatico che l’unico modo per controllare i miei dati è stampare la mia domanda e che i dati non sono modificabili. Sono andata a controllare sulla piattaforma, nel campo relativo ai compensi percepiti risulta effettivamente 0 euro, ma io non ho dubbi sull’aver compilato correttamente la domanda. La stessa cosa è accaduta a tutti i colleghi che come me hanno mandato la mail, risposta automatica che ribadisce che i dati non sono modificabili”. Bracciante si è inoltre imbattuta online in vari gruppi dove migliaia di collaboratori sportivi denunciano situazioni simili alla sua. Pochi, facendo il confronto, coloro che hanno ricevuto quanto effettivamente gli spettava, poi c’è un esercito di collaboratori che hanno avuto meno o più di quanto previsto.
La soluzione
Quale potrebbe essere la soluzione? Maggiori controlli. “Come in precedenza – conclude Bracciante – è stato fatto un controllo da parte di Sport e Salute per i bonus erogati erroneamente nel mese di giugno 2020, e che sono stati prontamente restituiti, mi aspetto che gli stessi controlli vengano fatti adesso. Basterebbe quindi verificare i Cud e dare ad ognuno di noi quello che ci spetta o riaprire la piattaforma per modificare i dati. Ma Sport e Salute può fare ben poco, perché aspetta l’ok del Governo per agire. La speranza dei lavoratori del mio settore è che la sottosegretaria Vezzali si adoperi per risolvere questo problema. Non ci aspettavamo certo, dopo la mazzata del Covid e la chiusura, di dover anche fare i conti con gli indennizzi sbagliati”. Ora si attendono le nuove indennità previste dal decreto Sostegni messo in campo dal governo Draghi. Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 marzo 2021, e contiene, tra le diverse misure, la norma per l’erogazione del Bonus Covid anche ai collaboratori sportivi.
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