“No” ad un allargamento del cimitero dei Rotoli nell’area dell’ex EdilPomice: questo è il motivo per il quale alcuni cittadini del quartiere Vergine Maria hanno deciso di indire un sit-in di protesta per il 20 febbraio. Manifestazione per chiedere che il bene confiscato alla mafia in questione venga messo a disposizione della comunità, attraverso la realizzazione di un progetto che prevede la creazione di una bretella fra via Bordonaro e via Morici, l’edificazione di un parcheggio e di un campo sporitvo polivalente. La paura, espressa da diversi cittadini, è quella di vedersi una branchia del camposanto nei pressi delle case della borgata marinara della VII Circoscrizione.

La contrarietà dei residenti

Perplessità espressa alla nostra redazione da parte di un gruppo di residenti nell’area di piazza Bordonaro. “E’ una cosa assurda. Non si può pensare una cosa simile – dichiara Gisella Taormina -. La nostra borgata  è piccola, stretta fra il mare e monte Pellegrino. C’è solo una strada. I ragazzi non hanno spazi. E’ impensabile andare a creare un cimitero nel cuore della borgata. Il piano regolatore prevede una strada, un campo sportivo polivalente e parcheggi. Questo è quello che vogliamo. Significherebbe ridurre questo quartiere ad un ghetto.

Sulla stessa linea anche Aurora Angileri, una delle cittadine che risiede da più tempo nell’area di piazza Bordonaro. “Siamo per il progresso di questa borgata, di questo piccolo centro che è stato terra di pesca. Non si può ridurre un posto così, costruendo un cimitero a pochi passi dalle case. Noi lo guardiamo il cimitero. Parliamo di una struttura monumentale, storica. Ma uscire nel balcone e trovarsi sotto delle sepolture non è di certo gradevole”.

Dubbi che riguardano l’effettiva efficacia dell’operazione, anche relativamente all’impatto sulla risoluzione dell’emergenza che affligge da tre anni il camposanto dei Rotoli. “A mio avviso è talmente ristretto lo spazio che guadagnerebbe il cimitero che tutta questa operazione mi sembra inutile – commenta una residente -. Si potrebbe risolvere il problema in ben altri modi. C’è tutta una zona verso la montagna non sfruttata. Ma restringere così la borgata, soffocandola, mi sembra inopportuno. Un’operazione che non è di nessuno vantaggio nemmeno per l’emergenza cimiteriale”.

La storia recente dell’ex EdilPomice

Un bene, l’ex EdilPomice, passato sotto l’egida del comune di palermo ad ottobre 2020. Prima infatti l’area era sotto il controllo dell’Agenzia per i Beni Confiscati. Una volta acquisito, il terreno è passato sotto la pertinenza dell’area dei Servizi Cimiteriali. L’idea era quella di allargare il cimitero dei Rotoli. Fatto su cui si opposero i residenti, rievocando anche la natura del bene secondo il PRG attualmente in vigore. Come ricorda Giovanni Purpura, residente e vicepresidente della Pro Loco Vergine Maria.

“L’area è stata acquisita, ad ottobre 2020, dall’area dei Servizi Cimiteriali. Sin dal momento del passaggio dall’Agenzia Nazionale al Comune di Palermo, l’intenzione era quella di realizzare un allargamento del cimitero dei Rotoli. L’area è sottoposta a diversi vincoli, peraltro nei pressi di una zona residenziale. Vi sono dei condomini, dei palazzi. Quindi eventuali campi d’inumazione si troverebbero ai piedi della comunità di Vergine Maria. Dopo due mesi di battaglie, siamo riusciti ad ottenere il passaggio della zona in questione all’area del Verde e del Patrimonio. Ciò per realizzare dei parcheggi, un campo polivalente e la bretella di collegamento”.

“A distanza di due anni però si ripresenta l’ipotesi dell’allargamento del cimitero – prosegue Purpura -. Una volontà che si evince da un documento del Comune di Palermo risalente a settembre 2022, con il quale l’Amministrazione ha espresso la volontà di espandere i cimiteri esistenti per far fronte all’emergenza. Nell’atto si fa riferimento in particolare all’utilizzo del muro perimetrale del cimitero cattolico degli inglesi per realizzare loculi a parete, nonchè dell’utilizzo dell’area dell’EdilPomice per future sepolture. Questo ci ha allarmato molto. Da qui deriva la volontà di realizzare un sit-in, fissato per il 20 febbraio, per manifestare il nostro dissenso“.

 

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