Serve mezzo milione di euro per rimuovere la frana e mettere in sicurezza il costone di Cinisi, nel palermitano, che insiste nei pressi dello svincolo autostradale. Questa la stima di spesa che è stata calcolata dall’ufficio tecnico del Comune che ha avanzato richiesta di finanziamento al commissario per il dissesto idrogeologico della Regione Siciliana. Ulteriori indagine tecniche si effettueranno in zona per provare a capire la necessità di eventuali altri interventi. La frana si verificò nella notte tra il 27 e il 28 novembre del 2021, una casa venne travolta e si parlò davvero di tragedia sfiorata.

La riunione del sindaco

Il sindaco Giangiacomo Palazzolo ha deciso di convocare una riunione nell’aula consiliare per illustrare quel che il Comune sta facendo nel tentativo di ridare sicurezza ad un’area ad alto rischio di frane. In particolare parliamo del costone roccioso in via Casimiro Abbate: “Ho ampiamente illustrato le attività poste in essere sino ad oggi dall’amministrazione comunale con il commissario per il dissesto idrogeologico, con la protezione civile e con l’assessorato al territorio coadiuvato dal consigliere Maltese, dall’assessore La Fata e dal presidente del consiglio Giaimo”.

La richiesta di finanziamento

I tecnici del Comune di Cinisi dell’ufficio lavori pubblici hanno presentato richiesta per un finanziamento di 500 mila euro per la progettazione relativa alla messa in sicurezza del costone roccioso prospiciente la via Casimiro Abbate. “Sono in corso le indagini geologiche e geognostiche da parte della città metropolitana – aggiunge il primo cittadino – che potranno fornire un quadro più chiaro in merito all’intervento da effettuare”.

I fatti

Nel novembre scorso un grosso masso si è staccato dal costone roccioso di monte Pecoraro a Cinisi ed è finito davanti a una villetta che si trova in via Casimiro Abbate, una lunga arteria che costeggia l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo. Dopo la prima ricognizione sono state sgomberate due villette interessate dalla caduta del grosso masso. Il sindaco all’epoca non nascose la sua preoccupazione per quanto accaduto: “La situazione è più grave – aveva evidenziato -. Quattro famiglie sono state sgomberate. La decisione dopo quanto hanno accertato i vigili del fuoco che sostengono che ci sono altri massi che rischiano di cadere su un fronte di 250 metri dove ci sono quattro villette”.

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