Il segretario nazionale Armando Algozzino della UilPa scrive a vertici amministrazione penitenziaria dopo i fatti accaduti agli istituti penali minorili di Acireale e di Palermo dello scorso 16 aprile.

Ad Acireale per sedare una rissa tra detenuti due agenti hanno avuto la peggio e sono stati trasportati d’urgenza in ospedale. A Palermo, invece, un detenuto extracomunitario ha aggredito un agente e poi con la manichetta antincendio ha distrutto le telecamere videosorveglianza. Sempre nel capoluogo siciliano la sera prima detenuti extracomunitari hanno dato fuoco a tre stanze detentive di pernottamento e, a completamento dopo tale azione criminale, i detenuti venivano tutti condotti all’esterno, nei cortili per evitare intossicazioni da fumo.

Tra ieri e il giorno precedente il bilancio è stato di 5 agenti finiti in ospedale.

Le richieste di UilPa

Nella nota rivolta ai vertici dell’amministrazione penitenziaria. “Anche i programmi trattamentali vanno variati, con programmi specifici differenti, distinguendo i ragazzi che partecipano all’opera di reinserimento sociale, da quelli che aggrediscono il personale e distruggono gli Istituti Minorili Italiani”.

E prosegue: “In 12 mesi circa, quasi tutti gli Istituti Penali Minorili d’Italia sono stati danneggiati con danni ingenti alle strutture e al personale, confermando che oggi bisogna cambiare strategia trattamentale e ristabilire ordine e sicurezza e dare sicurezza a tutto il personale. Basta con atti di buonismo, specie con chi ha dimostrato di non voler partecipare all’opera trattamentale di reinserimento sociale creando danni ingenti negli Istituti ove vengono tradotti oltre alle aggressioni al personale”.

“Detenuti giovani adulti problematici siano trasferiti negli istituti per adulti”

I detenuti ‘giovani adulti’ che non rispettano le regole e creano problemi, con palese disinteresse al ‘trattamento’ per un futuro reinserimento sociale, devono essere subito trasferiti negli Istituti per adulti. Tanto si chiede per evitare che accadano ulteriori atti di violenza tra detenuti che coinvolgono il personale di Polizia Penitenziaria che, solo grazie alla propria esperienza personale e professionale, è riuscito fino ad oggi a sedare tutto ciò che era possibile, riportando danni fisici e psicologici”.

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