Bilancio della regione e legge di stabilità alla prova delle Commissioni e dell’aula a partire da domani, martedì 26 aprile. Ci sono soltanto cinque giorni prima della scadenza del termine del 30 aprile.

Una finanziaria di tagli

Quella che arriva in discussione è una finanziaria di tagli che raggiungono quasi il 41%. Scelta obbligata anche se la sicilia vanta un credito nei confronti dello stato di quasi 8 miliardi di euro non versati dal 2007 ad oggi. in assenza di questi pagamenti, però, i conti non tornano e mancano all’appello 975 milioni per chiudere il bilancio. Da qui i tagli

L’attacco del candidato Cateno De Luca

“A pochi giorni dalla scadenza perentoria del 30 aprile è evidente che l’assemblea siciliana non riuscirà ad approvare il bilancio di previsione 2022/2024 entro i termini previsti dalla legge, anche perché il bilancio non esiste”. afferma il leader di Sicilia Vera e candidato alla Presidenza della Regione Cateno De Luca che torna a chiedere una presa di posizione da parte della classe politica che oggi siede tra i banchi del Parlamento Siciliano e le dimissioni dell’assessore Gaetano Armao.

“Armao si dimetta” chiede De Luca

“La Regione siciliana, spiega De Luca, è in esercizio provvisorio fino al 30 aprile. Restano solo cinque giorni a disposizione per l’approvazione e in cinque giorni potrà essere approvato solo un bilancio fasullo in cui le entrate saranno gonfiate per recuperare somme e si procederà con gli accantonamenti. Ciò comporterà il congelamento della spesa con il conseguente blocco dei trasferimenti ai comuni”.

Servizi essenziali a rischio

“A rischio i servizi essenziali per gli enti locali e gli stipendi dei dipendenti comunali” secondo de Luca. “Tutto questo grazie ai magheggi dell’assessore Armao. È ora che si dimetta. È arrivato il momento che la classe politica si assuma le proprie responsabilità. Ho letto, prosegue De Luca, che pochi giorni fa i gruppi di opposizione all’Assemblea siciliana, tra cui il Pd, il Movimento 5 Stelle e Claudio Fava, hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere la rimozione del presidente Musumeci e lo scioglimento dell’Assemblea, ma quando a febbraio Sicilia Vera ha presentato la mozione di sfiducia al presidente perché non l’hanno sottoscritta? Oggi torno a chiedere un atto di responsabilità. Si dimetta Armao, si dimettano tutti e concedano finalmente alla Sicilia l’occasione di ricominciare”.

 

 

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