A fronte di governi che non governano e di una forte carenza di idee e di azioni, proviamo non a sostituirci ai nostri delegati al potere che sembrano avere perso capacità di proposta reale e poniamo qui la nostra proposta semplice: 5 azioni che dovrebbero essere condotte in Sicilia da parte di un governo per provare ad imprimere una svolta reale. Si tratta in fondo di banalità. Ma se la politica non fa la sua parte arriva il momento di fare almeno un tentativo. Chissà se sarà letto da alcuno e se qualcosa di interessante per i Siciliani potrà venire fuori almeno da queste righe. Noi almeno ci avremo provato! Eccole:

1) Realizzare un sistema dei trasporti credibile: in Sicilia le condizioni delle infrastrutture di trasporto sono tragiche. Abbiamo acquisito la possibilità di viaggiare in treno in meno di tre ore da Palermo a Catania solo dopo il crollo del viadotto Himera (autostrada Pa-Ct) che ha tranciato la Sicilia in due. Non esiste alta velocità per i treni ma nemmeno una velocità decente. i collegamenti verso l’entroterra (Agrigento – valle dei templi, Enna Piazza Armerina e la Villa del Casale) è praticamente necessario concretizzarli in macchina su strade provinciali dove la sicurezza è testimoniata del grande numero di incidenti mortali che avvengono ogni anno e specialmente nei week end.

2) Attivare una comunicazione istituzionale trasparente: gli scandali giudiziari degli anni scorsi hanno condotto alla quasi totale assenza delle istituzioni ai diversi livelli sul fronte della comunicazione istituzionale. Non si hanno notizie certe in merito alle informazioni rivolte ai cittadini e pare assente se non estremamente parcellizzata anche l’azione di comunicazione verso i potenziali utenti dell’offerta turistica regionale che dovrebbe essere avvantaggiata in termini di posizionamento in considerazione delle crisi mediorientali e nel Nord Africa che rendono più appetibile la sicilia rispetto a queste mete per i turisti nord europei ed extraeuropei.

3) Contrastare l’esodo delle nuove generazioni in cerca di futuro: poche sono le occasioni di lavoro e molta è la propensione imprenditoriale percepita in seno alle nuove generazioni obnubilate dalle opportunità emergenti in ambito nazionale ed internazionale per il finanziamento alle strat-up innovative. Le famiglie borghesi siciliane, sopratutto quelle residenti nei grandi centri lavorano silenziosamente per creare le condizioni affinché i propri figli possano andare a studiare e/o lavorare in italia ed all’estero. Un grande programma di alfabetizzazione e formazione in lingua inglese per i giovani che non hanno trovato questa competenza nel corso delle proprie carriere scolastiche ed universitarie costituirebbe una grande azione di crescita del capitale umano in una ottica di sviluppo dell’industria turistico – culturale e per accrescere la capacità di accogliere ed intrattenere utenza turistica straniera; la concentrazione ed i coordinamento delle politiche di sostegno alle strat-up sarebbe una altra iniziativa che andrebbe in questa direzione. in italia fanno i reality su questa materia ma la politica regionale tende a presidiare il settore con la solita logica del presidio di sacche di potere assoluto. La formazione professionale, in questo contesto, che non ha una riforma se non solo annunciata da anni, andrebbe posta al centro di questo percorso tagliando chi negli anni non ha ottenuto risultati e valorizzando i superstiti che rimangono nel mercato nonostante il settore sia stato azzerato dai conti pubblici.

4) Dare una visione industriale alla regione: i siti Unesco (in sicilia ce n’è il maggior numero che in tutte le altre regioni d’italia), le risorse naturali e culturali, due aeroporti internazionali (uno dei quali andrebbe privatizzato – palermo – ed accorpato per ragioni commerciali con trapani – così come accade tra Catania e Comiso) ma la regione siciliana non ha una visione chiara. Nessun progetto forte con la distinzione di competenze (sbagliata) tra il turismo ed i beni culturali come se non fossero due stesse facce di una unica medaglia. La regione mette una pezza da sempre alle emergenze, ma non dispone di un autentico, condiviso e pubblicizzato piano d’azione. Ci limitiamo, e lo fanno anche sempre più spesso gli amministratori, a dire che “dovremmo vivere di turismo.

5) snellire la burocrazia per l’affidamento a nuove imprese e giovanili strutture fatiscenti ed abbandonate nella disponibilità del patrimonio regionale e degli enti locali. Si tratta di aree demaniali, parchi, spiagge da attrezzare, fabbriche dismesse. In questo questo contesto si inserisce l’enorme patrimonio confiscato alla mafia che meriterebbe una governance diversa da quella oggetto di scandali al tribunale di Palermo e nelle sezioni fallimentari di tutti i tribunali regionali.