Città semi deserte, sindaci terrorizzati e provvedimenti estemporanei, non si ferma la corsa a chi ‘chiude di più’

L’emergenza Coronavirus, a prescindere dai temi sanitari e di ordine pubblico, sta certamente facendo uscire il peggio di tutti noi costretti in casa. Un popolo, quello siciliano, che da omertoso oggi si scopre vocato alla delazione. Quasi un piacere sadico di costringere gli altri almeno quanto noi, ma se possibile di più di noi, a star bloccati con la scusa che tutto ciò è per il bene comune (come se al tempo dell’omertà non denunciare la mafia fosse invece perdonabile). Non ci saremmo immaginati nemmeno la quantità smisurata di segnalazioni che arrivano al nostro giornale da parte di cittadini che ne denunciano altri perchè vanno a correre, perchè si affacciano al balcone in tre o quattro e dunque fanno assembramento fra loro (ma vivono insieme quindi quale sarebbe il rischio aggiuntivo?) o per denunciare, invece, di persone che parlandosi da un balcone all’altro si avvicinano troppo fra loro.

I tre quarti dei comportamenti oggetto di denuncia non sono sanzionabili ma la delazione ai tempi della paura fa anche questo e si pretende che le regole siano sempre più stringenti invocando l’esercito e, chissà, fra poco anche la corte marziale e le fucilazioni in piazza.

Ribadendo in maniera forte che restare a casa è necessario perchè le regole sono queste e vanno rispettate, è innegabile che questa situazione sta facendo emergere il peggio di tutti noi.

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E peggio del peggio è sicuramente la nostra classe politica e di amministratori che si scopre impreparata e del tutto inadeguata ben oltre quel che potevamo immaginare.

I sindaci, ai quali la legge assegna il gravoso compito di autorità sanitarie locali oltre che responsabili della Protezione civile, in larga parte sono entrati nel panico.

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Ci sono sindaci che si affannano a comunicare casi ‘sospetti’ non ancora verificati causando il panico, altri che additano i propri concittadini come irresponsabili sui social, altri ancora che minimizzano, quelli che annunciano galera per tutti e poi ci sono quelli catastrofisti. E tutti impazzano sui social network.

Ma quello che lascia più di tutto sorpresi è la corsa alle ordinanze. Non c’è solo il sindaco di Messina, Cateno De Luca che impone il coprifuoco tranne poi essere sconfessato dal Ministero,. Ci sono sindaci che ritengono di correggere l’ordinanza della Presidenza del Consiglio su pressione dei propri concittadini. Una ordinanza a loro avviso troppo permissiva e dunque scattano le chiusure di ville e giardini nonostante l’ordinanza nazionale dica che possono restare aperti (Palermo non fa eccezione, anzi c’è perfino chi chiede di chiudere ancor di più). A Siracusa si chiude pure la pista ciclabile per evitare assembramenti. Non parliamo delle strutture sportive anche all’aperto. Naturalmente inaccessibili.

Insomma è guerra allo sport consentito. Tutto quello che ieri era salutare e consigliato oggi non si deve fare anche se non è vietato. E a Palermo, per tornare al capoluogo dove l’isteria non manca nonostante passi un po’ sotto silenzio, il Comune è andato ancora oltre. Nelle faq (domande e risposte su ciò che si può fare o non fare) supera le indicazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I runner non possono correre dove vogliono ma solo nei pressi della loro abitazione. Ciò dopo che anche la polizia a Mondello ha denunciato un runner proprio perchè correva lontano da casa sollevando un vespaio di polemiche.

Nonostante nulla nel decreto sostenga questa tesi, a Palermo ci si appoggia ad un parere della procura di Genova  che rileva in un termine usato nel decreto la possibilità di ritenere che le attività si debbano esercitare nei pressi di casa.

Un parere di un magistrato, certo. Ma ricordiamoci sempre che in Italia la giustizia si amministra in base al libero convincimento del magistrato giudicante dunque il periglioso parere probabilmente sarebbe sconfessato da un giudice terzo ma in ogni caso è opportuno attenersi ed evitare di ritrovarsi, poi, a contestare in una sede giudiziaria un proprio diritto che per effetto di tutto ciò troppo certo non è più. Insomma restate vicino a casa se proprio dovete correre. Infondo per strada non c’è nessuno.

Dunque posso correre intorno al mio palazzo (visto che parchi e giardini sono chiusi e non posso raggiungere gli unici aperti come favorita e prato del foro italico perchè sono distanti) ma posso anche fare la spesa solo al supermercato sotto casa. E se quello ha esaurito la farina non posso andare a comprarla magari nell’ipermercato più fornito.

Ribadendo sempre che buon senso vuole che si resti a casa e si esca il meno possibile, forse un po’ di buon senso servirebbe anche ai nostri sindaci che, per carità, operano nell’ambito delle loro competenze, ma forse dovrebbero mantenere calma e lucidità invece di farsi prendere la mano dal panico dei propri concittadini e guidarli invece di farsi trasportare.

Cari sindaci voi rappresentate lo Stato, siete autorità di sanitaria e di Protezione civile e la popolazione dipende da voi. Ricordatelo

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