“No al protocollo d’intesa fra Eni e i comuni siciliani”: con questa motivazione, alcune decine di attivisti per il clima hanno manifestato in piazza Pretoria, a Palermo, sotto la sede istituzionale di Palazzo delle Aquile. Brandendo cartelli e gridando slogan, i partecipanti si sono presentati, in segno di protesta, con il volto coperto di petrolio, annunciando una nuova manifestazione per il prossimo 25 marzo.

Il sit-in in piazza Pretoria

sit-in degli attivisti del clima a Palermo

Ad organizzare la manifestazione i gruppi cittadini di Fridays For Future Palermo, Ecologia Politica Palermo, Extinction Rebellion Palermo, A Sud Sicilia e A.P.E. (Assemblea Popolare Ecologista). Gli esponenti dei movimenti in questione portano avanti una richiesta precisa per la giunta e per il Sindaco: annullare il protocollo di intesa che il Comune di Palermo e l’ANCI Sicilia hanno siglato con Eni a dicembre scorso .

A spiegare le ragioni della protesta è Adele Furnari, componente del movimento Fridays For Future. “Oggi siamo qui per porre l’accento su un protocollo d’intesa che il Comune di Palermo ha firmato con Eni. L’accordo affronta i temi della sostenibilità ed economia circolare. Crediamo che questo documento sia un insulto al territorio siciliano e a quelli di tutto il mondo. Eni è un’azienda che nel corso dei decenni ha preso parte ai processi di distruzione dei territorio e delle vite delle persone che li abitano”.

Le perplessità degli attivisti

Un problema che, secondo i manifestanti, non si limita soltanto all’aspetto ambientale. “Basta andare a Gela per rendersi conto quanto Eni abbia influenzato in negativo la qualità della vita delle persone. Il tasso di malformazioni infantili è elevatissimo rispetto al resto dei territori siciliani. In generale, noi riteniamo che Eni non sia un soggetto adeguato per parlare di sostenibilità ambientale”, evidenzia Adele Furnari.

Nuovo scioperto il 25 marzo

Il protocollo, secondo quanto si legge sul documento, è “finalizzato a valutare congiuntamente la fattibilità di possibili iniziative di divulgazione, formazione, promozione, studio e sperimentazione sul tema dell’economia circolare” in diversi ambiti, nell’ottica della sostenibilità ambientale. Fatto che gli attivisti non condividono, vista la natura del core business aziendale di Eni.

“I piani d’investimento di Eni continuano ad inserirsi nell’ambito di combustibili fossili – sottolinea Adele Furnari -. Ovvero, l’azienda non ha l’interesse di decarbonizzare e di cambiare la produzione energetica. Fonti di produzione d’energia interconnessi a fenomeni quali la guerra e il caro vita. Proprio in virtù di ciò, ci sembra un insulto che il Comune di affidi ad Eni. Anche per questo, torneremo in piazza il 25 marzo, per chiedere la revoca del protocollo, in modo da affidarlo ad un soggetto economico che faccia concretamente qualcosa”.