Tutti fermi e sullo sfondo il silenzio fuori ordinanza suonato alla tromba a rimbombare fra le pareti di quegli stessi stabili che hanno sentito altri suoni 32 anni fa, l’esplosione dell’autobomba che uccise Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Il 19 luglio alle 16.58 è l’ora della strage in via D’Amelio e oggi sono stati commemorati gli eroi uccisi dalla mafia in quel tragico giorno del 1992.
Le cerimonie mattutine: onorando il sacrificio
La giornata è iniziata presto con la deposizione di corone d’alloro da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del capo della polizia Vittorio Pisani, presso la lapide che, all’interno dell’Ufficio Scorte della questura di Palermo, ricorda il sacrificio dei caduti. Presente anche il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha poi partecipato alla messa celebrata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nella caserma Lungaro. In caserma è stata anche scoperta una targa che intitola la cappella rinnovata a San Michele Arcangelo e proiettato il docufilm “I ragazzi delle scorte”, dedicato a Claudio Traina.
Il dibattito delle Agende Rosse: ricordando tutte le vittime
Nel luogo della strage è stato allestito il palco sul quale l’associazione Agende Rosse ha tenuto un dibattito per ricordare tutte le vittime della lotta alla mafia, in particolare Vincenzo Agostino, il padre dell’agente Nino Agostino ucciso nel 1989.
Il momento dell’esplosione: 16.58, l’ora del silenzio
Alle 16.58, come ogni anno, il silenzio ha sostituito ogni rumore nel momento esatto dell’esplosione che uccise Paolo Borsellino e gli agenti trentadue anni fa. “Con atti spietati di guerra, si voleva piegare lo Stato e sottomettere la società. Le Istituzioni e i cittadini lo hanno impedito. Gli assassini a capo dell’organizzazione criminale sono stati assicurati alla giustizia, il sacrificio di chi ha difeso la legalità e la libertà è divenuto simbolo di probità e di riscatto”, ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella commemorando Borsellino e gli agenti. Anche la premier Meloni ha voluto far sentire la sua vicinanza, sottolineando sui social che “il coraggio e l’esempio” di Borsellino “vivono nell’impegno delle donne e degli uomini che anche oggi portano avanti la lotta alla criminalità organizzata”.
La fiaccolata serale: un cammino di memoria e impegno
La giornata concluderà con la tradizionale fiaccolata silenziosa per le vie della città, partita da Piazza Vittorio Veneto e arrivata in Via D’Amelio dove è stato deposto un tricolore. Oltre 70 comuni siciliani hanno aderito all’iniziativa per ricordare con sobrietà il giudice Borsellino. Una lunga giornata di commemorazione per tenere vivo il ricordo di quella terribile strage e l’eredità morale di chi ha sacrificato la propria vita per servire lo Stato e contrastare Cosa Nostra. Il messaggio che si leva forte è che l’impegno nella lotta alle mafie deve continuare, nel segno dell’esempio di Borsellino e dei servitori dello Stato caduti con lui.
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