Ieri la protesta con le luci dei negozi accese oggi le vetrine con un manichino con la sola mascherina, una croce con il nastro bianco e rosso e la scritta ‘Covid 19 – La colpa non è nostra negozi di Sicilia. I commercianti e i ristoratori a Palermo sono sul piede di guerra. Da 60 giorni sono chiusi e di soldi e aiuti ne hanno visto pochi.
L’iniziativa, lanciata su Facebook, ha già visto l’adesione di un centinaio di commercianti. Ieri sera tanti i locali a Palermo, tra cocktail bar e i ristoranti, che hanno riacceso le luci nel polmone della movida palermitana, aderendo all’iniziativa #RisorgiamoItalia, il flash mob lanciato dall’associazione MIO- Movimento Imprese Ospitalità.
“Il nostro è un grido d’allarme, siamo in ginocchio e lo stato non ci sta aiutando”, dicono in tanti: dallo chef Natale Giunta che è titolare di due attività nel cuore della città ai proprietari dell’Osteria Ballarò. E poi Balata, la Casa del Brodo, tutti insieme per dire che la ristorazione è in grave crisi e che molte attività nemmeno potranno riaprire. Hanno aperto i loro locali – come vediamo nel video – e hanno anche apparecchiato i tavoli, sperando di poter rivedere la luce molto presto. “Ci devono dire loro come poter riaprire – dice Doriana Ribaudo, titolare dell’Osteria Ballarò – abbiamo dipendenti che non hanno preso un euro e che sono in grave crisi, così come noi. Siamo al collasso ma lo stato non ci sta dando una mano”.
Ma c’è chi ha deciso di chiudere impossibile reggere ancora senza alcuna prospettiva. “Ho investito anni per creare un locale al centro di Palermo – dice la titolare Renata Sferruzza – L’insegna del ristorante l’abbiamo smontata e i dipendenti sono stati licenziati. Non so cosa ci riserva il futuro, ma al momento non possiamo fare altrimenti”. Non solo i ristoratori ma anche i commercianti hanno aderito all’iniziativa.
Da oggi una vetrina di tutti i negozi che aderiscono alla protesta sarà fatta con il nastro bianco e rosso e un manichino con il cartello “Il Covid non è colpa nostra”. Sono già tanti i commercianti che hanno aderito alla protesta. “L’abbiamo chiamata la nostra protesta silenziosa che parte dalla Sicilia ma che vorremmo dilagasse in tutta Italia – dicono alcuni negozianti del settore abbigliamento – L’idea è quella di lasciare le vetrine così fino alla riapertura dei negozi, con l’obiettivo di far arrivare la protesta alle orecchie dei governanti, di ricevere quegli aiuti che sono stati pari a zero”.
Commenta con Facebook