La Commissione nazionale Antimafia si occuperà della vicenda di un noto albergo del centro della città, confiscato alla mafia e dato in gestione ad una società facente capo al nipote del boss Giovanni Brusca. Si chiama Hotel Garibaldi, e dal 2021 è nelle mani della Cribea srl, di Giorgio Cristiano, nipote di Giovanni Brusca, l’uomo delle stragi, da Rocco Chinnici a Giovanni Falcone, nonché assassino del piccolo Di Matteo che da giugno è tornato in libertà.

L’annuncio

Ad annunciarlo il vice Presidente della Commissione nazionale, Mario D’Attis dopo che anche il segretario del Pd Anthony Barbagallo  aveva promesso di portareil caso in Commissione.

“Ferma restando la fiducia nel percorso di assegnazione” D’Attis annuncia che la Commissione “chiederà gli atti al Tribunale di Palermo ed all’Agenzia dei beni confiscati” per comprendere come si sia arrivati a questa scelta

Nessuna interdittiva

Giorgio Cristiano, in ogni caso, non ha precedenti penali né legami con la mafia e la sua società è qualificata per la gestione alberghiera avendo avviato nel 2020 l’attività di gestione di un bed and breakfast nel cuore della città. Ad assegnarlo alla società, la Cribea è stato il tribunale di Palermo col parere favorevole della Procura, della Questura e dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Da quel momento la Cribea ha fatto un salto di qualità e ora gestisce anche un altro albergo, l’Hotel Vecchio Borgo, mentre un altro componente della famiglia Cristiano, Salvatore, cognato di Brusca gestisce anche l’Hotel Astoria Palace sequestrato nel 2016 ma poi restituito perché l’accusa non potè dimostrare i rapporti ipotizzati fra il gruppo Hotel Ponte e il costruttore Salvatore Sbeglia.

Tutto a norma di legge, quindi, ma questo non impedisce la bufera di polemiche e adesso l’approfondimento annunciato dalla Commissione antimafia. Intanto scoppia un’altra polemica nella polemica. L’inchiesta giornalistica non andrebbe attribuita Fanpage che avrebbe utilizzato materiale proveniente dal documentario “Una Brusca faccenda” realizzato proprio dal progetto indipendente Lamia che ora ne rivendica la paternità