L’Anci Sicilia, associazione che riunisce i Comuni siciliani, il prossimo 27 dicembre ha indetto un’assemblea straordinaria dei sindaci, che si terrà a Palermo, nella Sala De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa. All’iniziativa ha già assicurato la sua presenza il presidente della Regione, Nello Musumeci, mentre, fanno sapere da Villa Niscemi – sede dell’Anci Sicilia – si attende ancora la conferma del Presidente del Consiglio Conte e di altri esponenti del governo nazionale.

La preoccupazione sulla situazione finanziaria in cui versano i Comuni siciliani ha spinto i vertici dell’associazione regionale a convocare gli stati generali quasi in emergenza, considerata la data. Condizione che si sta acuendo anche in considerazione dei dati elaborati dall’assessorato al bilancio della Regione Siciliana “vi è non tanto la scontata esigenza di non tagliare le risorse finanziarie ai Comuni – dicono Orlando e il segretario generale, Emanuele Alvano – ma anche la necessità che vengano programmate nuove misure di sviluppo per contrastare lo spopolamento e favorire la rinascita dei territori”.

“Una tale eventualità– aggiungono – soprattutto per i Comuni con minore dimensione demografica sarebbe devastante non soltanto in termini finanziari e di bilancio, ma anche rispetto alle ripercussioni sulla qualità della vita dei cittadini. È necessario, dunque, far comprendere alle istituzioni nazionali e regionali come, in questa fase ancora più del passato, sia in gioco la sopravvivenza di tanti piccoli centri e la stessa identità della Sicilia. Non è accettabile, in questo momento, tagliare risorse vitali ai comuni ma occorre semmai puntare con determinazione su scelte normative e misure finanziarie capaci di frenare lo spopolamento e favorire lo sviluppo economico e sociale”.

Dall’Anci Sicilia lamentano che i sindaci sono lasciati da soli e con la messa in discussione degli organi intermedi (le ex province) sono rimasti l’unico front office delle Istituzioni sovracomunali con i cittadini. “Rispondiamo in prima persona sul piano politico e sul piano delle responsabilità anche di ordine giudiziario”, scrivono, in una nota indirizzata ai sindaci, Orlando e il primo cittadino di Aliminusa, Filippo Dolce, delegato per i piccoli Comuni.

“Non riscontriamo nessuna iniziativa capace di favorire o incentivare lo sviluppo economico”, continuano i due esponenti dell’associazione, che auspicano una massiccia presenza dei rappresentanti dei piccoli Comuni all’assemblea del 27 dicembre. I primi cittadini chiamati alle armi per definire una strategia unitaria di protesta e di proposte.

In linea con le rivendicazioni dell’Anci Sicilia, a tutela della sopravvivenza dei piccoli Comuni, si pone l’approvazione, da parte dell’ARS, delle “disposizioni concernenti l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia”. Iniziativa condivisa e apprezzata dai vertici di Anci Sicilia. A tal proposito all’assemblea è stato invitato un rappresentate del comitato regionale pro ZFM.

“Accogliamo con piacere l’invito rivoltoci da Orlando e Alvano, a intervenire ai lavori dell’assemblea straordinaria”: è il commento di Vincenzo Lapunzina.

“La maggior parte dei piccoli Comuni siciliani – continua – che insistono nei paesaggi di montagna sono a rischio dissesto. La definizione di norme di attuazione dello Statuto – spiega il coordinatore regionale – che nel passato non sono state mai previste o, al massimo sono state realizzate quali “norme modificative” e pertanto nulle, è divenuta un’altra delle emergenze siciliane. La corretta quantificazione del gettito tributario di competenza della Regione Siciliana, pertanto, non mancherebbe di manifestare i suoi effetti immediati anche nei confronti degli Enti locali siciliani. Nessuna attività economica può insistere o si può insediare se una municipalità è incapace di erogare i servizi essenziali, in considerazione delle persistenti difficoltà economiche che contraddistinguono le amministrazioni comunali”.

“L’attuazione delle Zone Franche Montane, quale misura di politica economica – conclude – non può prescindere dalla certezza dei trasferimenti da parte delle istituzioni regionali e statali”.

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