L’inchiesta sui presunti concorsi truccati al Policlinico di Palermo. La Procura di Palermo chiede il processo per il professore Gaspare Gulotta e per il professore Mario Adelfio Latteri.
E’ quanto si legge su Repubblica Palermo.
L’udienza preliminare è stata fissata per il 13 settembre.

“Il solito sistema”

Decisive per le indagini sono state le intercettazioni. Proprio dalle intercettazioni, sarebbe emerso un quadro improntato alla spartizione dei posti sulla base di un sistema baronale.
Il 24 luglio del 2020, Gulotta, uno dei più noti chirurghi palermitani, ripreso da una telecamera piazzata dai carabinieri, affermava, non sapendo di essere intercettato: “Con Latteri abbiamo fatto un’alternanza, una volta io e una volta lui”. E ancora: “Stavolta tocca a me e la prossima volta tocca a lui. Gli ho fatto un associato dieci giorni fa e gliel’ho fatto col solito sistema”.

Il coinvolgimento di Latteri ed altri soggetti

Sia Gulotta che Latteri erano professori ordinari del Policlinico di Palermo. Il primo direttore del dipartimento di Chirurgia generale e d’urgenza, l’altro direttore del dipartimento chirurgico ad attività integrata di natura strutturale. Entrambi sono adesso imputati, per loro la procura di Palermo chiede un processo.
La presunta “concorsopoli” del Policlinico di Palermo riguarda diverse persone.
Stralciata la posizione di cinque indagati per i quali si profila una richiesta di archiviazione: Vito D’Andrea, Gianfranco Cocorullo, Gregorio Scerrino, Giovanni Guercio e Alessandra Lo Iacono.

La richiesta di rinvio a giudizio e il coinvolgimento della figlia di Gulotta

La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata il 29 luglio dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Andrea Fusco e Luisa Bettiol.
Coinvolta anche Eliana Gulotta, la figlia del professore e stimato chirurgo, anche lei chirurgo all’ospedale Civico di Palermo. A finire sotto inchiesta anche docenti non siciliani, componenti delle commissioni esaminatrici dei concorsi: Roberto Coppola, Giuseppe Maria Antonio Navarra, Ludovico Docimo e Vittorio Altomare.

Le informazioni sull’ex genero

Ma Gulotta sembra avesse un chiodo fisso: ottenere quante più informazioni possibili sull’ex marito della figlia. Sarebbe stato aiutato da medici e rappresentanti delle forze dell’ordine. Fiorella Sardo, in servizio al pronto soccorso del Policlinico, avrebbe rilasciato falsi certificati alla figlia di Gulotta, così come il medico di famiglia Eufrasia Maria Letizia La Rocca. I poliziotti Gaspare Cusumano (dirigente dell’Ufficio sanitario della polizia) e Salvatore Bosco, in servizio alla Dia, invece, avrebbero aiutato Gulotta proprio ad ottenere informazioni riservate sull’ex genero.

A maggio respinta la richiesta di libertà, le accuse

A maggio scorso il tribunale del riesame ha respinto la richiesta di remissione in libertà presentata dai legali dell’ex direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico, indagato nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi universitari truccati con le accuse di corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.
Gaspare Gulotta, da tempo in pensione, era stato arrestato l’8 aprile assieme alla figlia Elena, poi tornata in libertà.

La linea dura del rettore Midiri

L’inchiesta sui sui concorsi truccati al Policlinico di Palermo ha portato il rettore dell’Università, Massimo Midiri, ad annunciare l’introduzione di nuove regole per ridurre al massimo la discrezionalità delle commissioni nelle nomine dei componenti delle commissioni di concorso. E’ quanto si legge nella lettera che lo stesso capo dell’ateneo palermitano ha indirizzato a docenti, personale e studenti dell’università. “Alle recenti nuove regole – ha sottolineato Midiri – ritengo se ne debbano aggiungere altre, che è intendimento di questa governance proporre nel più breve tempo possibile alla discussione della comunità accademica, per ridurre l’attuale discrezionalità assoluta dei dipartimenti nella formazione delle commissioni di concorso”.

Primo passo la “trasparenza”

Concorsi all’università pilotati, incarichi di ricercatore affidati ad amici e parenti ed esami università superati grazie ad amicizie e parentele. Tutto questo è stato scoperchiato dall’indagine dei carabinieri del Nas grazie ad una denuncia presentata a maggio del 2019 da un medico del reparto di Chirurgia toracica del Policlinico. “Di fronte a questo contesto – aveva aggiunto nella lettera Midiri -, la nuova governance si è immediatamente assunta la responsabilità di intervenire con modifiche radicali del regolamento per le chiamate dei docenti, nel quale si sono introdotte due fasi programmatorie, una triennale e una annuale, aperte per la prima volta all’intera Comunità accademica dei Dipartimenti. Ciò nella convinzione che ogni dibattito e confronto che si svolga alla luce del sole e con trasparenza riesca a risolvere, in chiave anticipatoria e nell’alveo sicuro della correttezza, l’inevitabile tensione tra interessi individuali e punti di vista differenti”.

Il rettore sicuro: “Errori individuali e non di sistema”

Il rettore è sicuro che comunque, che si è di fronte non ad un problema di “sistema” ma al massimo ad illeciti di singoli: “In un contesto così articolato e diversificato – si legge -, può purtroppo accadere che qualche comportamento illecito sfugga al controllo delle pur numerose e attente verifiche interne e siamo pertanto grati alla magistratura inquirente per gli opportuni interventi a salvaguardia della legalità. E’ nostro compito, pur nella netta distinzione tra responsabilità individuali ed eventuali difetti di sistema, cogliere occasioni, come quella davanti cui oggi siamo posti, per analizzare il sistema nella sua interezza e rafforzare la nostra capacità di farlo muovere nell’ambito della più rigorosa e inflessibile legalità e correttezza”.

L’aspirazione al “palazzo di vetro”

“Le procedure concorsuali – aveva auspicato Midiri – dovranno sempre più assicurare la massima trasparenza, con dipartimenti che siano case di vetro, nella consapevolezza della straordinaria responsabilità che il sistema della ricerca e dell’alta formazione assumono nei confronti della collettività. Dobbiamo adesso attendere con pazienza e serenità gli esiti di un procedimento che, purtroppo, sarà lungo e complesso”.

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