L’inchiesta di questi giorni sui concorsi truccati al policlinico di Palermo porta il rettore dell’università, Massimo Midiri, ad annunciare l’introduzione di nuove regole per ridurre al massimo la discrezionalità delle commissioni nelle nomine dei componenti delle commissioni di concorso. E’ quanto si legge nella lettera che lo stesso capo dell’ateneo palermitano ha indirizzato a docenti, personale e studenti dell’università. “Alle recenti nuove regole – sottolinea Midiri – ritengo se ne debbano aggiungere altre, che è intendimento di questa governance proporre nel più breve tempo possibile alla discussione della comunità accademica, per ridurre l’attuale discrezionalità assoluta dei dipartimenti nella formazione delle commissioni di concorso”.

Primo passo la “trasparenza”

Concorsi all’università pilotati, incarichi di ricercatore affidati ad amici e parenti ed esami università superati grazie ad amicizie e parentele. Tutto questo è stato scoperchiato dall’indagine dei carabinieri del Nas dei giorni scorsi grazie ad una denuncia presentata a maggio del 2019 da un medico del reparto di Chirurgia toracica del Policlinico. “Di fronte a questo contesto – aggiunge nella lettera Midiri -, la nuova governance si è immediatamente assunta la responsabilità di intervenire con modifiche radicali del regolamento per le chiamate dei docenti, nel quale si sono introdotte due fasi programmatorie, una triennale e una annuale, aperte per la prima volta all’intera Comunità accademica dei Dipartimenti. Ciò nella convinzione che ogni dibattito e confronto che si svolga alla luce del sole e con trasparenza riesca a risolvere, in chiave anticipatoria e nell’alveo sicuro della correttezza, l’inevitabile tensione tra interessi individuali e punti di vista  differenti”.

Il rettore sicuro: “Errori individuali e non di sistema”

Il rettore è sicuro che comunque, al netto delle indagini che ancora dovranno accertare le responsabilità degli indagati, si è di fronte non ad un problema di “sistema” ma al massimo ad illeciti di singoli: “In un contesto così articolato e diversificato – si legge -, può purtroppo accadere che qualche comportamento illecito sfugga al controllo delle pur numerose e attente verifiche interne e siamo pertanto grati alla magistratura inquirente per gli opportuni interventi a salvaguardia della legalità. E’ nostro compito, pur nella netta distinzione tra responsabilità individuali ed eventuali difetti di sistema, cogliere occasioni, come quella davanti cui oggi siamo posti, per analizzare il sistema nella sua interezza e rafforzare la nostra capacità di farlo muovere nell’ambito della più rigorosa e inflessibile legalità e correttezza”.

L’aspirazione al “palazzo di vetro”

“Le procedure concorsuali – auspica Midiri – dovranno sempre più assicurare la massima trasparenza, con dipartimenti che siano case di vetro, nella consapevolezza della straordinaria responsabilità che il sistema della ricerca e dell’alta formazione assumono nei confronti della collettività. Dobbiamo adesso attendere con pazienza e serenità gli esiti di un procedimento che, purtroppo, sarà lungo e complesso”.

L’inchiesta

Un’inchiesta che ha portato ad un altro terremoto nella sanità siciliana con l’arresto Gaspare Gulotta, 71 anni, originario di Santa Margherita Belice, ex professore universitario, nonché direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico e la figlia Eliana Gulotta, chirurgo in servizio al Civico. Con la stessa ordinanza il gip Donata Di Sarno ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per altri undici indagati. Ma sotto inchiesta ci sono in tutto 23 persone. Sono indagati a viario titolo per corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.

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