Il concorso finì anche al centro di un’inchiesta delle Iene ma anche su e “Mi manda Rai 3”. Ora arriva una decisione del Tar che apre le porta al professionista che era stato escluso dal gruppo dei 12 esperti selezionati dalla Regione per i settori appalti, bonifiche e rifiuti in relazione agli interventi del PNRR. Il geologo ora potrà tornare in corsa. Il Tar ha infatti accolto il ricorso del geologo Francesco Cannavò, patrocinato dalla CGIL, contro l’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e Funzione Pubblica, che dovrà ripetere il colloquio di Cannavò, rivalutare la sua posizione ed eventualmente rivedere la graduatoria.

Il video delle Iene

Il concorso era finito già nel mirino delle trasmissioni “le Iene” e “Mi manda Rai 3”, che avevano mandato in onda video delle prove concorsuali oggetto di contestazione. Nell’inchiesta delle Iene vennero trasmessi video di candidati che incappano in scivoloni rilevanti senza che questi intacchino l’esame e il suo esito fino all’assunzione. C’è, secondo la ricostruzione della trasmissione attraverso i video, un candidato che ammette di non “essere ferrato in materia di appalti”. Quel candidato “Oggi però fa il consulente nel settore degli appalti”, commenta Cannavò. In altri casi il candidato non verrebbe ripreso mentre gli viene posta la domanda e ricompare con alcuni fogli in mano, sempre secondo il servizio della trasmissione Mediaset “Non mi sono mai occupato di bonifiche e di rifiuti”, ammetterebbe candidamente lo stesso candidato davanti alla commissione giudicatrice. Candidato poi promosso. Tanti altri sarebbero i candidati promossi dopo aver ammesso importanti lacune.

Il procedimento al Tar

Cannavò è stato rappresentato e difeso dagli avvocati Nadia Spallitta e Piero Vizzini, che hanno contestato il giudizio d’inidoneità espresso dalla commissione, segnalando anche disparità di trattamento subita nel colloquio online rispetto ad altri candidati. “Avevamo segnalato la vicenda al Dipartimento Funzione Pubblica”, dice il Segretario Generale della CGIL Sicilia, Alfio Mannino, “prima dell’intervento dei giudici amministrativi e denunciato pubblicamente come molti dei vincitori di ben due concorsi per la selezione di lavoratori esperti e funzionari da destinare alla gestione della spesa dei fondi del PNRR fossero privi delle competenze richieste in fase di selezione. Ci auguriamo che dopo questa sentenza l’amministrazione proceda in autotutela ristabilendo correttezza e trasparenza”.

“Basta ai concorsi pilotati o gestiti con superficialità”

Mannino si spinge anche oltre. “Questo caso deve fare da battistrada per l’instaurazione di procedure concorsuali trasparenti, giuste e rigorose, a partire dalla verifica di possibili incompatibilità tra membri della commissione esaminatrice e candidati, fino alla revisione dei criteri di attribuzione del punteggio che devono privilegiare gli aspetti oggettivi, come i titoli, e meno quelli discrezionali. Occorre anche evitare quelle falle che producono ingiustizie e bloccano le procedure, come nel recente caso del concorso per il potenziamento dei centri per l’impiego. Prima di allora – sottolinea il Segretario della CGIL – non potremo ritenerci soddisfatti. E’ ora di mettere un punto ai concorsi pilotati o gestiti con superficialità, affermare trasparenza e legalità e di lasciarci alle spalle una questione morale ancora aperta nella nostra regione”.

“C’è una questione morale”

“Questa sentenza – afferma Mannino – solleva una questione di ordine materiale ma anche morale. La prima domanda è se quel concorso, su cui sono tuttora in corso indagini, abbia selezionato persone competenti. La seconda è cosa fare per evitare episodi simili, perdite di tempo e fare in modo che competenza e trasparenza siano i due fari che guidano l’azione amministrativa visto che la Sicilia non può certo permettersi di perdere le straordinarie opportunità del Pnrr. Su questo la politica deve dare indicazioni nette”.

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