Via libera dal governo Musumeci al rendiconto 2019, rettificato dopo le osservazioni della Corte dei Conti. Il documento contabile, ritirato a gennaio dopo i rilievi dei magistrati contabili, “è stato approvato nei tempi previsti dopo avere effettuato le necessarie verifiche. Adesso sarà immediatamente trasmesso alla Corte per il giudizio di parifica”, afferma l’assessore all’Economia, Gaetano Armao.

Cancellati molti residui attivi

L’attività di verifica e controllo condotta dagli uffici regionali ha portato alla cancellazione di consistenti residui attivi di risorse vincolate, derivanti da trasferimenti extraregionali, e di alcuni residui passivi. Il risultato di esercizio è stato così aggiornato, confermando comunque un rientro del disavanzo di quasi 426 milioni di euro, di 4 milioni superiore all’obiettivo prefissato in origine di circa 422 milioni.

Parte il confronto con la Corte dei Conti

Adesso partirà il cofnronto con la Corte dei Conti su questa nuova versione del rendiconto generale. una sfida importante che sta alla base di qualsiasi altro conto a venire giòd al 2020 e, a maggior ragione, per quello in analisi all’Ars del 2021.

Troppe consulenza inutili all’Ars

Intanto la Corte dei Conti attacca non la Regione ma il Parlamento siciliano.  Incarichi e consulenze assegnate dall’Assemblea regionale siciliana sono spesso generici e immotivati. Lo sostiene il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Sicilia, Vincenzo Lo Presti, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. A causa dell’emergenza pandemica la seduta non si è svolta nelle forme pubbliche ordinarie. I giudici hanno comunque tenuto una conferenza stampa.

In un anno 88 condanne per danno erariale o di immagine

Tra danno erariale e danni di immagine la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Sicilia ha emesso nell’anno passato 88 condanne per 9 milioni e 185 mila euro. Lo Presti ha fatto il punto sull’attività della sezione richiamando le sentenze più significative tra le quali quelle che hanno censurato alcuni casi di assegnazione nell’ambito dell’Assemblea regionale di incarichi e di consulenze ritenute ingiustificate. In alcuni casi “l’oggetto dell’incarico e i contenuti delle relazioni” sarebbero “assolutamente generici”. In altri casi si tratta di “consulenze che si risolvono in una generica supervisione di atti già adottati dagli uffici interni del Consiglio regionale”. “I pareri – scrive il presidente Lo Presti citando ii principi affermati nelle sentenze – possono essere forniti dagli uffici amministrativi interni del Consiglio regionale, specialmente quando si tratta di questioni prive di particolare complessità e per le quali sussistano adeguate professionalità all’interno dell’apparato amministrativo a supporto del Consiglio regionale”.

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