• Soglia critica terapia intensiva in 8 regioni
  • Dopo 4 settimane segnali di ripresa del contagio
  • Sistema a fasce resta attivo
  • 4 regioni vorrebbero chiudere le scuole
  • Il governo pensa a riaperture dopo marzo

Segnali preoccupanti di ripresa del contagio da covid19 in Italia vengono registrati da tutti gli indicatori ministeriali e indipendenti

8 regioni a rischio riempimento terapie intensive

Erano 6 una settimana, ma salgono ora a 8, le regioni che superano la soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Si tratta di Abruzzo (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (33%), Marche (36%), Molise (36%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Provincia autonoma di Trento (39%), Umbria (57%). E’ quanto si apprende dal monitoraggio pubblicato sul portale dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), aggiornato al 24 febbraio.

L’inversione di tendenza del contagio rilevato dalla Fondazione Gimbe

Dopo 4 settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi di Covid19, nella scorsa settimana si registra “un’inversione di tendenza con un incremento che, a livello nazionale sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose”. E in 41 province l’incremento dei nuovi casi è superiore al 20%. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Nel dettaglio, nella settimana 17-23 febbraio 2021, rispetto alla precedente, si nota un incremento dei nuovi casi (92.571 rispetto a 84.272, pari a +9,8%), a fronte di un numero stabile di decessi (2.177 rispetto a 2.169). In lieve riduzione, invece, i casi attualmente positivi (387.948 rispetto a 393.686, pari a -1,5%), le persone in isolamento domiciliare (367.507 rispetto a 373.149, pari a -1,5%) e i ricoveri con sintomi (18.295 rispetto a 18.463, pari a -0,9%), mentre risalgono le terapie intensive (2.146 rispetto a 2.074, pari a +3,5%).

“L’incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente – spiega – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – è l’indicatore più sensibile per identificare le numerose spie rosse che si accendono nelle diverse Regioni”. In particolare, nella settimana 17-23 febbraio in ben 74 province su 107 (68,5%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in 41 Province; in 11 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in 10 Regioni sale l’incremento percentuale dei casi totali. “Questi dati – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – confermano che, per evitare lockdown più estesi, bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine. Temporeggiare è molto rischioso perché la situazione rischia di sfuggire di mano”.

Il governo mantiene il sistema a fasce e colori

“Il sistema a fasce verrà mantenuto. Finora è stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l’obiettivo principale anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi”, così la ministra Gelmini secondo quanto si apprende. “State certamente notando un cambio di metodo. Ci siamo visti domenica e ci stiamo rivedendo oggi. Gli incontri saranno sempre più frequenti e costanti”, ha detto. Sul rinvio al lunedì dalla domenica dell’entrata in vigore delle ordinanze “questo avevano chiesto le Regioni, e lo avevo condiviso, questo abbiamo ottenuto. Così aiutiamo anche le attività economiche che non perderanno il week end”.

Due regioni vorrebbero chiudere le scuole

Nella riunione con i ministri da alcune Regioni è venuta la richiesta di un parere del Comitato tecnico-scientifico sull’apertura delle scuole alla luce dell’incidenza della variante inglese. In particolare la Puglia, con il governatore Michele Emiliano, ma anche il rappresentante della Campania – non è presente il presidente Vincenzo De Luca -, hanno sottolineato che se chiudono le scuole, come prudenza richiede a loro avviso fino al termine della campagna vaccinale sugli insegnanti, le ordinanze vengono impugnate e poi sospese dal Tar, e dunque vorrebbero un parere tecnico per poter chiudere.

Il ministro Gelmini si è impegnato a nome del governo ad approfondire il tema delle scuole con il Comitato tecnico scientifico (Cts).

Ma il governo pensa, invece, a riaperture da aprile

“Stiamo lavorando per una graduale riapertura dei luoghi di cultura. Il ministro Franceschini ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate. È un percorso, non è un risultato ancora acquisito. Ma è un segnale che va nella giusta direzione”. Così la ministra Gelmini agli Enti locali durante l’incontro con le Regioni. “Un segnale che speriamo possa presto coinvolgere anche altre attività economiche – ha detto Gelmini secondo quanto si apprende -. Non dobbiamo correre il rischio di dare un messaggio sbagliato ai cittadini, bisogna assolutamente scongiurare la terza ondata. Ma lavoriamo, con fiducia, per un graduale, responsabile e attento ritorno alla normalità”.

 

Articoli correlati