Non c’è pace fra maggioranza e opposizione e non c’è pace neanche sui social network e sui giornali. e’s contro all’arma bianca con reciproche accuse sulla mistificazione di parole e rpese di posizione in materia di assistenza ai disabili.

L’ultimo fronte di scontro torna a far discutere delle parole pronunciate in aula dal Presidente della Regione ed estrapolate dal contestato in un vidxeo diffuso dai deputati 5 stelle. Se da un lato il ‘taglio’ del video è evidente, e mette la maggioranza in condizione di gridare alla mistificazione, dall’altro si fa notare come le parole, anche se contestualizzate, siano stati inopportune.

A rilancia in questo senso è la diffusione su facebook di post che richiamano, addirittura, alle parole usate da Hitler. e scoppia una nuova bufera sui social network.

Parla di ‘vergognosa strumentalizzazione’ Loredana Novelli presidente dell’Associazione Siciliae Mundi al centro di una polemica social con attivisti e deputati.

“Trovo vergognose le strumentalizzazioni relative all’art.33 della finanziaria che come oggetto ha una sola parola per quanto mi riguarda DISABILITA’. Chiedo a chiunque di moderare i toni, la disabilità non ha un colore politico e si sta dimostrando solo ed esclusivamente quanta poca sensibilità abbiate sul problema. Ho letto ed ascoltato – dice Novelli – parole molto pesanti dette da chi per noi una volta era insegnamento: “un rappresentate delle le istituzioni”, ed ancora coloro che dovrebbero fornirci le informazioni (testate giornalistiche), l’uso dei social distorto e non certo da insegnamento ai giovani o ai meno giovani, ho letto cattiveria e incitazioni quasi all’odio”.

“Stamattina (lunedì 30 aprile) si insiste con titoli come ‘Le parole di Musumeci sui disabili? Ricordano uno slogan di Hitler’ ed ancora: ‘Il leader della Germania nazista non amava i disabili fisici. Così lanciò una campagna per la loro eliminazione fisica con il seguente slogan vite indegne di vita’ . A tutela di tutti i cittadini e nel rispetto della parola DISABILITA’ a 360° chiedo ufficialmente di ridimensionare i toni , le offese e le ingiurie in un argomento  che fa parte dei problemi più seri che la vita può presentare ad ognuno di noi”.

“Siete andati oltre al tema politica’ . aggiunge – non mi stupirei che il Presidente della Regione prendesse  provvedimenti al riguardo. Forse i veri disabili siamo noi!”

tenta di spegnere gli animi e di far qualcosa di utile una proposta del Sottosegretario Davide Faraone: “Nell’interesse di chi ha più bisogno, riusciamo ad occuparci di migliorare le condizioni di vita delle persone disabili e delle loro famiglie senza colorare politicamente una questione che non può avere colore? Allora faccio una proposta senza colore, ma di buonsenso. Si stabilisca la cifra da destinare alla non autosufficienza – ho letto sui giornali che sarebbero 270 milioni di euro per 12 mila disabili gravissimi censiti –  e si consideri quel capitolo di bilancio, non comprimibile. Quindi nessun deputato in sessione di bilancio può presentare emendamenti che spostino da un capitolo non comprimibile ad un altro. Un capitolo che cresce o cala, non perché un deputato toglie, magari per finanziare una sagra paesana, o magari perché sul tema si spengono i riflettori, ma semplicemente perché cambia il numero di soggetti destinatari? Credo sarebbe un gesto di civiltà e di rispetto dei principi costituzionali”.

“Non conosco benissimo Nello Musumeci – aggiunge –  ma quanto basta  per poter escludere che nel suo intervento, tanto in voga sui social, volesse essere volutamente discriminatorio nei confronti delle persone disabili e delle loro famiglie. Politicamente sono distante dal presidente della regione, ma non credo si possa confondere un concetto espresso malamente, con una chiara volontà discriminatoria. Oggi è toccato a lui, la volta scorsa a Rosario Crocetta. Mi chiedo se sia possibile costruire un rifugio che metta al riparo un tema così delicato dalla contesa politica.  Naturalmente la politica deve occuparsene, se l’anno scorso non fosse stato Pif a porre la questione con forza, ancora saremmo alle chiacchiere”.

“Ricordo – conclude – che si parla di fondi per la non autosufficienza. Vuol dire che senza quelle risorse qualcuno dovrà stare tappato in casa, o non potrà andare a scuola o al lavoro. Non potrà andare al cinema, a comprare un libro, o magari non potrà fare una gita al mare. Oppure non  potrà fare logopedia, interventi terapeutici, fisioterapia, non potrà imparare il Braille, non potrà andare in palestra. Vorrà dire anche che una mamma o un papà sarà costretto a licenziarsi per potere accudire il proprio figlio”.