Non mollano la presa e sono tornati a protestare i lavoratori licenziati della Formazione professionale siciliana. Un gruppo di persone infatti, è in presidio dal 20 gennaio in via Trinacria a Palermo, dove ha sede l’assessorato regionale alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro.

Gli ex dipendenti del sistema della Formazione professionale sperano di ottenere, in attesa di una soluzione lavorativo, almeno gli ammortizzatori sociali. Da troppo tempo infatti, si trovano in una sorta di limbo senza sapere cosa ne sarà di loro.

Costantino Guzzo, lavoratore in presidio spiega: “Chiediamo solo l’applicazione delle leggi, una di queste è la legge 25 del 1993 dell’amministrazione regionale (riguardante “Interventi straordinari per l’occupazione produttiva in Sicilia”, ndr) che chi ci amministra omette di applicare rifugiandosi in contenziosi con i singoli lavoratori. La nostra lotta continuerà fino a quando non verranno applicate le leggi che ci riguardano”.

Dello stesso avviso Margherita Cucinella che punta anche lei il dito contro l’amministrazione regionale e tuona: “Viviamo in una regione dove di speciale non c’è solo lo Statuto ma anche i nostri amministratori che ci stupiscono con degli effetti speciali in quanto amministrano totalmente al contrario. Stabilizzano i precari ma non pensano a quelli storici, disattendono e ignorano le leggi del settore e ne applicano altre che non c’entrano nulla.
Musumeci in campagna elettorale ha puntato molto sulla promessa di creare una Agenzia unica. Di unico al momento c’è solo il suo modus operandi”.

L’ex lavoratrice della Formazione professionale non le manda a dire insomma, e critica anche l’operato dei sindacati “che hanno tutelato solo se stessi concordando licenziamenti illegittimi”.

E ancora: “L’assessore Lagalla ha promesso di far ripartire la Formazione ma ha lasciato a casa migliaia di lavoratori. E’ chiaro che questo sfacelo del sistema della Formazione professionale è stato tramandato da governo a governo ma abbiamo una macchina amministrativa che non cammina, ci precludono la possibilità di avere un futuro ed una prospettiva di vita migliore. Questo quadretto impietoso che hanno dipinto per noi può essere rappresentato con una sola parola, ‘Vergogna’”!

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