«Leoluca Orlando non risponde alle richieste del Governo per non svelare che i contratti tra il Comune e le partecipate Amat e Rap sono nulli». È la dura accusa lanciata da Riccardo Nuti, che ha presentato un’interrogazione in commissione bilancio per chieder conto dei contratti siglati, tra il 2010 e il 2016, dall’ente con le due partecipate che esercitano contemporaneamente servizi pubblici locali a rilevanza economica e servizi strumentali. «Il viceministro all’Economia, Luigi Casero, delegato dal Governo a rispondere – spiega Nuti – mi ha informato che non può fornire alcuna risposta alle mie domande perché ai chiarimenti chiesti dall’Esecutivo alla giunta comunale, questa non ha ancora fornito alcuna delucidazione».

«Nell’atto – continua Nuti – si ricorda che Amat si occupa non solo di trasporto pubblico urbano, ma anche della segnaletica; invece la Rap, che ha sostituito la fallita e fallimentare Amia, oltreché dell’igiene ambientale si cura anche del servizio strumentale di manutenzione stradale».

«Il punto però – attacca il deputato – è che la legge del 2006 non consentiva loro di esercitare contemporaneamente i due servizi. La norma in questione, come ribadito più volte anche da Corte dei conti e Corte costituzionale, specificava che “per le società che oltre ai servizi pubblici locali a rilevanza economica svolgono anche attività strumentali, queste ultime dovranno essere disgiunte”. Cosa, però, mai avvenuta a Palermo, nonostante ci fosse un tempo massimo di 42 mesi (entro il gennaio 2010) per conformarsi e nonostante la legge sia stata abrogata solo nel 2016. Insomma, i contratti siglati dal 2010 al 2016 dal Comune con Amat e Rap sono evidentemente nulli, come previsto dalla stessa legge del 2006. Dubbi che ora il silenzio del Comune non fa che alimentare».

«Orlando – conclude Nuti – la smetta di apparire per quello che non è. Non serve a nulla parlare di legalità se poi, alla prova dei fatti, le norme non vengono applicate e, peggio, quando poi si chiede conto, si preferisce la strada del silenzio a quella della chiarezza. Diciamo la verità: per sei anni tutti hanno taciuto perché il bacino elettorale che le due partecipate garantivano, non dispiaceva a nessuno, destra e sinistra. Ora, però, voglio arrivare fino in fondo: il Governo si è impegnato a rispondere giovedì 26 ottobre».