Un convegno per ricordare Cesare Terranova e Lenin Mancuso si è svolto ieri all’Istituto Platone di Palermo. Al dibattito hanno partecipato tra gli altri Pasquale Scimeca (regista) e Carmine Mancuso e il preside dell’Istituto Platone, Pierluigi Aurea.

Cesare Terranova e Lenin Mancuso vennero uccisi a Palermo il 25 settembre del 1979. Terranova, giudice istruttore dei processi contro la mafia celebrati a Bari e a Catanzaro negli anni 60, era appena rientrato in Magistratura dopo due mandati al Parlamento nazionale, come indipendente del Partito Comunista Italiano. Il giudice aveva continuato a indagare sulle cosche corleonesi anche da deputato: il suo nome figura tra i relatori della relazione di minoranza della Commissione parlamentare antimafia del 1976. In quel documento veniva descritti i legami tra mafia e politica, le relazioni pericolose con le agenzie di intelligence straniere (lo sbarco in Sicilia degli Alleati nel 1943) e il sistema economico colluso con le cosche criminali. Su quella relazione appose la firma anche Pio La Torre, ucciso dalla mafia nel 1982.

Lenin Mancuso, maresciallo della Polizia di Stato , era il più stretto collaboratore di Terranova. I primi casi di cui si occupa Mancuso, prima di approdare alla scorta del giudice Terranova, furono quelli relativi alla Banda Giuliano e alla strage di Ciaculli del 1963. Profondo conoscitore delle dinamiche mafiose, con Terranova stabilì uno strettissimo legame umano e professionale.

Il convegno dedicato a Terranova e Mancuso fa parte di una serie di iniziative che l’Istituto Platone ha dedicato allo studio della mafia. Gli studenti dell’istituto sono stati divisi in gruppi di lavoro e nei prossimi giorni completeranno i loro approfondimenti e presenteranno i loro elaborati.

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