C’era anche il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia alla presentazione del documentario “Ora tocca a noi”, scritto e diretto da Walter Veltroni, un’anteprima speciale a Palermo per far conoscere agli studenti la storia e il coraggio di Pio La Torre. “Un gigante della nostra storia in particolare di quella siciliana ma anche della storia italiana”, secondo De Lucia.

Il docufilm di Veltroni su Pio La Torre

Il procuratore capo di Palermo ha partecipato all’iniziativa promossa dal centro studi Pio La Torre al cinema Rouge et noir. In sala e in videocollegamento gli studenti delle scuole e delle carceri che hanno aderito al progetto educativo antimafia del centro studi, poi il confronto tra i ragazzi e il regista, insieme a De Lucia, e a Vito Lo Monaco, presidente emerito, entrambi intervistati da Veltroni nel docufilm. In apertura i saluti del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

La scelta d’impoverire la mafia

“Il contributo nella lotta alla mafia che è la legge che porta il suo nome ha dato è sotto gli occhi di tutti – ha detto De Luci ai cronisti -. In totale evidenza. Ma c’è una storia che nasce molto prima. La lotta nelle campagne a favore di chi è più debole contro i potenti che caratterizza tutta la sua vita fino al punto a quella che io giudico ripeto una svolta fondamentale nella lotta alla mafia cioè la scelta d’impoverire la mafia attraverso la sottrazione dei suoi patrimoni”.

La lezione di Pio La Torre

Numerose le scolaresche che hanno preso parte alla manifestazione all’interno del cinema palermitano. “La lotta alla mafia così deve essere per tutti i cittadini – ha aggiunto il procuratore De Lucia – secondo le proprie capacità e il proprio senso delle istituzioni con dei doveri più gravosi per i magistrati, i poliziotti, ma è una cosa che vale per tutti. Ora tocca a noi perché per fare meglio per questa città e questa terra ognuno deve mettere il proprio impegno. La lezione di Pio La Torre anche questa”.

“Ha compreso le dinamiche della mafia”

“Pio è stato uno dei protagonisti della lotta alla mafia nel senso dell’avversione etica morale nei confronti di un fenomeno come la criminalità organizzata, ma è stato uno delle persone che ha meglio compreso le dinamiche della mafia e i processi attraverso i quali la mafia si arricchiva e il sistema di relazioni politiche istituzionali della mafia e quindi e anche stato tra coloro che hanno capito per primi quali erano gli strumenti legislativi necessari. E’ stato ucciso per questo perché combatteva la mafia con degli strumenti che facevano soffrire i boss mafiosi”. Lo ha detto Walter Vetroni parlando della figura di Pio La Torre assassinato dalla mafia, a margine della presentazione del documentario.

“Eravamo amici”

“I conoscevo Pio personalmente, eravamo amici, gli volevo molto bene era una persona molto bella. – ha aggiunto Veltroni – La parte che più mi ha affascinato è quella la sua infanzia dove non ci sono documenti filmati e l’abbiamo ricostruita con la finzione la storia di un bambino figlio di braccianti che invece di accettare il destino che in qualche modo la sua collocazione sociale aveva previsto lui utilizzando lo studio andava a studiare facendo chilometri a piedi e poi lavorava con le bestie come il padre voleva, si è riscattato e ha riscattato un’intera terra. Ora tocca a Noi è la frase che Pio disse a Emanuele Macaluso poco prima di essere ucciso. Per noi ha un doppio significato da un lato è la citazione dall’altro per questi ragazzi che vedono questo film un modo per dire che non è finita che bisogna continuare”.

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