L’allarme sui contagi da Coronavirus in Sicilia e in particolare a Catania arriva da oltre lo Stretto, anzi dal profondo Nord. Tre agronomi dell’Università di Catania sarebbero a rischio contagio a causa della partecipazione ad un convegno lo scorso 20 febbraio a Udine, incontro fra agronomi individuato come elemento di contagio per i nove pazienti infettati in Friuli Venezia Giulia.

A indicare quell’incontro come ‘evento zero’ per il Friuli Venezia Giulia è un giornale locale, Trieste Prima che scrive come dal convegno degli agronomi del 20 e 21 febbraio tutto abbia avuto inizio. Il contagio si sarebbe sviluppato, secondo quel giornale, in virtù della presenza di un esperto proveniente dal Piemonte e che, al suo ritorno a casa, ha accusato i sintomi del Coronavirus, facendo scattare i controlli sui partecipanti al convegno. La due giorni di lavori si era svolta a palazzo Toppo Wassermann, in via Gemona a Udine ed era iniziata alle 14 del 20 febbraio.

Bene, a quel convegno c’erano anche tre agronomi dell’Università di Catania che ora hanno chiesto di essere sottoposti a tampone e verifiche ma il vero problema è che da allora, esattamente 12 giorni fa, i tre hanno girato liberamente per Catania ed hanno incontrato centinaia di persone, studenti, docenti, amici, conoscenti.

Sulle loro condizioni non ci sono notizie ufficiali, anzi, dei tre nuovi casi comunicati ieri sera dalla Regione solo due sarebbero a Catania. Ma secondo un altro giornale, stavolta il catanese Meridionews, i tamponi effettuati sui tre agronomi sarebbero, invece, positivi. Si tratterebbe di tre agronomi che lavorano nella sede di via Santa Sofia dell’Università di Catania e i tamponi sarebbero stati analizzati dal Policlinico universitario di Catania.

Una notizia, questa, che non trova, al momento, riscontri ufficiali di alcun tipo. Fonti sanitarie parlano, invece, di verifiche in corso ma di nessuna positività. Fra i casi positivi ma non ancora validati dalle contro analisi romane ci sarebbe sì un caso di professore universitario siciliano risultato positivo ma costui non lavorerebbe all’Università di catania ne in altri atenei siciliani.

In attesa di comprendere di più l’università di Catania ha disposto, a scopo precauzionale, la sospensione delle lezioni nella sede di via Santa Sofia del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente. Gli esiti dei tamponi, effettuati soltanto a scopo preventivo e non per il manifestarsi di sintomi, non sono ancora noti.

In questa situazione di incertezza cresce l’apprensione. E si può certamente ascrivere all’allarme sociale la lettera mandata all’assessore regionale al turismo e sport della Regione Manlio Messina da alcuni genitori di giovani atleti del nuoto. Nel fine settimana, infatti, la Federazione Italiana Nuoto ha confermato i campionati Juniores, Cadetti e Seniores accorpati alla categoria Ragazzi, invitando circa 700 atleti alle gare dal 5 all’8 marzo a Paternò.

I campionati Cadetti e Seniores in vasca corta erano stati rinviati per l’allarme Coronavirus, ora vengono accorpati ai campionati ragazzi. I giovanissimi sono entusiasti ma i genitori sono preoccupati dalla concentrazione di persone e temono che, se pure il Coronavirus sembri piuttosto innocuo per i giovani, questi possano diventarne portatori per anziani e immunodepressi.

 

Articoli correlati