“Apprezziamo la decisione del governo regionale di destinare 100 milioni di euro per le famiglie siciliane in difficoltà. A questi di aggiungono oltre 43 milioni di euro di aiuti statali. Il fenomeno della povertà, già esistente, è esploso a seguito dell’emergenza sanitaria, che ha determinato il blocco totale delle attività non strategiche.Pare che le somme verranno distribuite ai Comuni in funzione del numero degli abitanti, quindi toccherà ai sindaci fare delle scelte, seguendo dei criteri inediti”. Lo dichiara Vincenzo Lapunzina, coordinatore regionale pro Zfm in Sicilia.
“Escludendo i titolari di partita iva, i destinatari del reddito di cittadinanza, dell’assegno di sostegno per i lavoratori forestali, chi è stato licenziato a febbraio, i dipendenti pubblici e pensionati restano solo coloro che sono sconosciuti alle statistiche, quindi allo Stato – prosegue -. Auspichiamo che i primi cittadini, soprattutto nei piccoli comuni, si facciano promotori di istituire una commissione di valutazione, composta da parroci, farmacisti, insegnanti di scuola primaria e dal maresciallo dei Carabinieri. Chi meglio di loro conosce la reale condizione di chi si trova in stato di effettiva necessità? L’Agenzia delle Entrate, di raccordo con l’Inps, dovrebbe mettere a disposizione dei sindaci, entro 24 ore, i nominativi di ‘ciò che resta’ e che va immediatamente aiutato. Mettendo da parte tutti i ragionamenti ipocriti e discriminatori, questa fascia di ‘lavoratori autonomi’ ha sostenuto l’economia dell’Isola e costituisce oltre il 40 % dei consumi. Alla fine dell’emergenza lo Stato dovrà interrogarsi sul perché questa gente ha scelto di lavorare in determinate condizioni, per fuggire ad una pressione fiscale e previdenziale insostenibili”.
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