Il Centrosinistra in pressing sul presidente nazionale dell’Ordine degli Architetti, Franco Miceli, per chiedergli di ripensarci dopo il ritiro dalla corsa a sindaco per le Comunali di Palermo. Il responsabile Enti locali del PD Francesco Boccia e il vicesegretario dem Giuseppe Provenzano lo avrebbero invitato a un incontro che si terrà domani, domenica 13 marzo, probabilmente da remoto.

Il dietrofront di Miceli

Miceli infatti, l’altro ieri si è tirato fuori dal tavolo delle Amministrative accusando i partiti di eccessivi tatticismi: “Non mi trovo a mio agio con i ‘tatticismi esasperati’ della politica che sono lontani anni luce dalle mie corde. La città di Palermo deve affrontare grandi problemi e guardare al suo futuro. Con grande rammarico constato che l’interesse vero della città non è al centro dell’agenda politica. Palermo non può essere merce di scambio per appetiti personali presenti e futuri, né può essere il campo di gioco per soddisfare la bramosia di partecipazione dei candidati di bandiera per future collocazioni. Così si fa solo danno alla città. Non sono andato con il cappello in mano da nessuno a chiedere la candidatura. Non era in nessun modo nei miei intendimenti”.

Il PD ci riprova

Boccia da mesi era in pressing su Caterina Chinnici che però non si è mostrata disponibile a correre per la fascia di sindaco. Poi saltò fuori l’Ipotesi Miceli sostenuta dall’area Cracolici, da Sinistra Comune e dai parlamentari palermitani del M5S. Contrari i Cinquestelle siciliani (area Trizzino-Schillaci) e i giovani dem. Un metodo definito “carbonaro“, che ha di fatto spaccato il M5S. I grillini siciliani non vogliono che a scegliere sia Roma.

Ma la partita la decideranno a Roma

Si aspetta intanto la mossa dell’ex premier Giuseppe Conte che non si è ancora pronunciato sul caso Palermo. Uno stallo che rischia di innervosire la base, dove la tensione è già alle stelle. Con Giarrusso e Trizzino pronti a dar battaglia.

Frattanto si attende quindi il vertice dem con Boccia &co che cercheranno di convincere Miceli a ripensarci.

Il pressing dei comitati civici

L’Associazione elettori per la partecipazione democratica scrive intanto una lettera come base di discussione e di confronto politico con tutte le forze politiche progressiste al di là dei “perimetri” preventivi, del voto a una “delibera” o ad una “fotografia”, per creare quelle condizioni auspicate da Miceli e verificare nuovamente una sua disponibilità: «La scelta del candidato Sindaco a Palermo per l’area progressista sta mostrando tutti i limiti e le contraddizioni di uno schieramento che al di là dei proclami verbali si sta rilevando inadeguato e contraddittorio. Per ultimo la vicenda di Franco Miceli dimostra l’incapacità dell’area progressista di ragionare e comportarsi come una squadra. La lettera di Miceli induce tutti noi ad aprire una vera riflessione sulla necessità, come lo stesso Franco scrive nella lettera di rinuncia, di stabilire alcune condizioni primarie. “La condizione prioritaria è la massima unità dello schieramento progressista in grado di costruire un rapporto forte tra politica e società”. Questa condizione ad oggi non si è manifestata. L’Associazione elettori per la partecipazione democratica propone di assumere la lettera come base di discussione e di confronto politico con tutte le forze politiche progressiste al di là dei “perimetri” preventivi, del voto a una “delibera” o ad una “fotografia”, per creare quelle condizioni auspicate da Miceli e verificare nuovamente una sua disponibilità».

Art.1

“È giunto il momento che tutti si assumano le proprie responsabilità. Contro la candidatura di Franco Miceli, nata a Palermo dal confronto tra tutte le forze che hanno dato vita alla coalizione di centrosinistra, ci sono state manovre irresponsabili che vanno bloccate subito, perché ne va della sopravvivenza stessa della coalizione”. Lo ha affermato Mariella Maggio, segretaria della federazione palermitana di ArticoloUNO ed esponente della lista Sinistra Civica Ecologista.
“È il momento che tutti si esprimano chiaramente, alla luce del sole – aggiunge – a cominciare dai vertici dei partiti e dai maggiori esponenti civici che hanno aderito al progetto di uno schieramento progressista che si candidi alla guida della città per dare una prospettiva di sviluppo a Palermo. Il Pd, come maggior partito italiano, ha più di altri la responsabilità di dire parole chiare. Per questo è necessario – conclude – che il segretario Enrico Letta, che non può essere indifferente a quel che accade nella quinta città italiana, si esprima al più presto, sgomberando il campo da personalismi e calcoli miopi. Il tema qui non è campo largo sì o no, ma l’esistenza di un campo progressista a Palermo”.

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