Corsa a sindaco ma senza vertice. Almeno non quello previsto del centrodestra palermitano alla Camera dei Deputati martedì prossimo. Lo stop è arrivato con un giro di telefonate oggi fra coloro i quali avrebbero dovuto prendervi parte. Sconfitta la linea che voleva imporre il candidato escludendo alcuni partiti dal tavolo

Un vertice nato zoppo

Il vertice era nato già zoppo alla sua convocazione per effetto proprio del mancata invito a tre degli otto partiti componenti l’0alleanza a Palermo. La scusa ufficiale era una regola inventata per l’occasione. Al vertice alla Camera avrebbero partecipato solo i partiti partecipanti con una lista alle ultime politiche e con un gruppo attivo proprio in Parlamento.

L’ultimo stop dall’ex presidente del Senato Renati Schifani

A percepire tutti i rischi anche in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica questa mattina era stato l’ex presidente del Senato Renato Schifani “La vittoria del centrodestra al comune di Palermo, dopo il fallimento dell’amministrazione Orlando, è pressoché certa. Ma c’è sempre un modo per bruciarla: procedere come si sta agendo inspiegabilmente oggi”  affermava senza mezzi termini il senatore di Forza Italia. Era solo l’ultima, in ordine di tempo, voce contro queste scelte.

I vertici siano inclusivi

“Apprendo, infatti, di vertici convocati a livello locale nei quali si è precipitosamente dovuta includere la presenza di forze politiche che erano state inspiegabilmente escluse. E della convocazione di imminenti vertici romani dove si ripete lo stesso errore della parzialità degli inviti, generando ulteriori polemiche nella coalizione”.

“Mi auguro che il buon senso e la ragione prevalgano, perché Palermo ha bisogno di una vera svolta attraverso l’immediata individuazione di un candidato comune, scelto dai rappresentanti politici del territorio e non dai palazzi romani, che possegga, per la sua storia e preparazione, i requisiti politici ed amministrativi per risollevarla dal baratro finanziario in cui è stata portata”, conclude.

Il post di fuoco di Saverio Romano

Prima di Schifani erano arrivate altre critiche e polemiche. “Ottima la scelta di un vertice delle forze di centrodestra per individuare un programma e un candidato vincente come sindaco di Palermo. Infelice se non addirittura tragico il criterio che esclude alcune forze politiche” scrive sui social il leader di Cantiere Popolare e vice presidente di Noi con l’Italia Saverio Romano.

Il riferimento era proprio alla scelta di ammettere a quel vertice solo partiti che hanno fatto la corsa elettorale alle ultime politiche e possono contare su un gruppo alla Camera

“Diventerà bellissima, gli autonomisti e la DC sono movimenti politicamente ed elettoralmente importanti per vincere le elezioni nel capoluogo siciliano e – aggiunge Romano – per un vero riscatto della città.

Necessario il contributo di tutti

“Il loro contributo – continua –  è necessario sin dal primo incontro perché il centrodestra è anche casa loro. Questo nostro punto di vista lo ribadiremo al vertice: siamo per coinvolgere con pari dignità tutte le forze del centrodestra a Palermo sin da subito e per un allargamento della coalizione, non ci piacciono i clubs né il numero chiuso!”

Il primo ‘siluro’ era arrivato dalla Dc Nuova di Cuffaro

“Apprendiamo dalla stampa che sarebbe stato convocato a Roma un vertice per decidere chi dovrebbe essere a Palermo il candidato sindaco. Buon lavoro e buona fortuna” aveva dichiarato ieri sera a tarda ora Pippo Enea, vice commissario regionale della Democrazia Cristiana nuova, proprio sul vertice convocato dal centrodestra nella Capitale, in programma martedì 21 dicembre.

Lo strappo

“La Democrazia Cristiana – diceva Enea lanciando il primo siluro nei confronti di questa scelta – non accetterà mai decisioni prese in tavoli politici dove non sarà coinvolta nelle fasi preparatorie e programmatorie”. Di fatto i cuffarianisi tiravano fuori non solo dal tavolo in questione ma del centrodestra per le Comunali di Palermo, in programma nella primavera 2022.

Presenti 5 partiti su 8

Lo scontro riguarda la scelta di invitare al tavolo la Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, l’Udc e Nci ovvero Noi con l’Italia, il partito di Lupi di cui è vice presidente Saverio Romano e  di cui fa parte Cantiere Popolare in Sicilia ma lasciando fuori, di conseguenza, MpA, la Dc Nuova di Cuffaro e soprattutto Diventerà Bellissima. Vengono meno così già un paio di candidati come Totò Lentini e Alessandro Aricò.

Vince la linea dell’inclusività

Di fatto lo stop dice sì all’inclusione e non ai vertici esclusivi. Imporre un candidato escludendo al tavolo i partiti contrari non è una strada percorribile, è il messaggio che arriva ai protagonisti di queste scelte. Adesso il Centrodestra dovrà fare le proprie valutazioni e le feste ormai alle porte si spera stemperino e portino consiglio e unità

(nella foto l’ultimo vertice del centrodestra a Palermo)

 

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