Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando è intervenuto questo pomeriggio a Palermo al dibattito pubblico organizzato dal candidato a sindaco del centrosinistra Franco Miceli presso Villa Filippina. Un momento di confronto con l’elettorato Dem, in vista del prossimo appuntamento elettorale del 12 giugno.

Il tavolo per la vertenza Almaviva

Tema centrale quello della vertenza Covisian-ex Almaviva, sul quale proprio il ministro Orlando ha rilanciato il tavolo interministeriale con i vertici di Ita. “Abbiamo convocato il tavolo perché queste vicende non si risolvono facendo dichiarazioni. Abbiamo costruito le condizioni per avvicinare le posizioni dei diversi soggetti interessati. Faremo una proposta al tavolo ma nutro un ragionevole ottimismo e penso che ci possa essere una soluzione che non lasci indietro nessuno. Stiamo ancora lavorando sui dettagli e affinando qualche particolare tecnico sia con Covisian, Ita e Almaviva. Ma diciamo così: il cerchio può chiudersi positivamente comunque riducendo l’impatto al minimo, cosa che non era per nulla scontata”.

Su Lukoil: “Gli operai non devo pagare decisioni geopolitiche”

Altro passaggio chiave ha riguardato la questione legata all’impianto Lukoil di Siracusa. Struttura sulla quale si sono avanzate perplessità per gli effetti della guerra in Ucraina, anche se il ministro Orlando ha tranquillizzato tutti. “Non devono essere gli operai a pagare il prezzo di decisioni geo-politiche. Credo che si debba intervenire facendosi carico di questa situazione e mi muoverò in questo senso. Chi lavora in quello stabilimento non ha alcuna responsabilità per le scelte di Putin e non è giusto che paghi le conseguenze della crisi internazionale”.

Una vicenda sulla quale è in corso un dialogo interministeriale. “Abbiamo iniziato a parlarne col ministro Giorgetti, ci sono alcune riflessioni in campo legate alle scelte che si faranno sul fronte delle modalità con cui saranno applicate le sanzioni: soprattutto al tema del petrolio, seguiamo la questione con attenzione e soprattutto con determinazione affinché non ci sia un impatto negativo sui lavoratori“.

Salario minimo

Andrea Orlando ha poi puntulizzato la sua posizione sul salario minimo, per il quale si dice ottimista relativamente ad una chiusura del provvedimento entro questa legislatura. “Sul salario minimo vedo aperture positive da tutte le parti, c’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Vediamo qual è il punto di contatto che consenta di intervenire subito in attesa poi di una legge di carattere più organico e che consenta di dare una risposta immediata ai lavoratori che si trovano a basso reddito e a basso salario”.

Battaglia per l’equità delle retribuzione che, secondo l’esponente del Governo Draghi, si unisce al tema della riduzione delle tasse. “Nessuno è contrario a ridurre le tasse, bisogna capire come si finanzia questa riduzione. Non ho mai detto di essere contrario al taglio del cuneo fiscale, ho sempre spiegato che dieci punti di distacco che ci separano da altri Paesi europei non si risolvono in una botta. Si dice che la produttività sia cresciuta meno in Italia, vero. Ma la produttività è cresciuta più dei salari, che sono diminuiti del 3%”.

RdC: “Non incide significativamente sul mondo del lavoro

Dichiarazione finale sul reddito di cittadinanza. Uno strumento sul quale il ministro Orlando ritiene che ci possano essere dei correttivi da mettere in campo, alcuni dei quali già partiti. “Ci vuole molta pazienza. Sento spiegare, da colleghi che lo hanno istituito, che è una misura di carattere catastrofiche. Andava accompagnato con misure di politiche attive che non sono state fatte e che abbiamo iniziato ad avviare oggi, con un investimento di cinque miliardi di euro. Soldi che consentiranno di effettuare le famose telefonate si alle agenzie che ai centri per l’impiego per verificare se chi percepisce il reddito accetta il lavoro o meno”.

“E’ stato uno strumento importante – prosegue Orlando -. Non credo che incida significativamente sul mondo del lavoro. Ce lo dicono i numeri. Gli occupabili è una percentuale minore dei numeri che mancano nelle diverse filiere. Però questo non ci esenta per andare a fare un lavoro di profilazione, per vedere se chi percepisce il reddito è occupabile o meno. Sento dire che 580 euro basterebbero a disincentivare le persone dal cercare un lavoro. Ma lo sento dire da persone che questa cifra la spendono in mezzora. Sul punto, sarei più cauto”.

Il ministro non ritiene il RdC come causa della mancanza di manodopera. Tema che si lega bensì ad altre problematiche importanti, come il calo demografico e la fuga di cervelli all’estero. “Abbiamo un milione di ragazzi che se ne sono andati nell’arco di questi ultimi anni. E abbiamo una curva demografica che impatta significativamente sul mondo del lavoro. Bisogna lavorare sui salari, sul reddito di cittadinanza e anche su alcune filiere per aprire sul decreto flussi. Ci sono settori in cui i lavoratori non si trovano perchè non ci sono. E’ il nostro paese che invecchia. I nuovi pensionati sono più dei soggetti che entrano nel mercato del lavoro”.

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