Si è consumato quello che è stato solo il “primo round”, per utilizzare un termine sportivo, tra la Regione Siciliana e la Corte dei Conti a proposito di alcuni chiarimenti chiesti all’ente regionale sul rendiconto della Regione del 2020. A rappresentare la Regione, in audizione, c’era l’assessore Falcone.
“Forniti chiarimenti, attendiamo fiduciosi”
L’udienza alla Corte dei Conti era in programma oggi, 22 novembre. “Oggi, nel corso dell’udienza di pre-parifica, abbiamo rassegnato alla Corte i nostri chiarimenti e le necessarie, articolate controdeduzioni sui rilievi mossi a proposito del rendiconto 2020 della Regione”, fa sapere il Renato Schifani in una nota.
“Secondo round” nei prossimi giorni per altri eventuali chiarimenti
Oggi il presidente del collegio ha “fissato al 25 novembre il termine per fornire eventuali nuovi chiarimenti, calendarizzando l’udienza di parifica al prossimo 3 dicembre”, aggiunge l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, commentando l’udienza di pre-parifica di stamane alla Corte dei conti. “Rimaniamo fiduciosi, attendendo con serenità le decisioni della Corte, ci stiamo prendendo cura dei conti della Regione nell’interesse dei siciliani”, sottolinea ancora il presidente della Regione Renato Schifani.
Cosa ha contestato la Corte dei Conti alla Regione
“Spese irregolari”, questa l’accusa formulata dalla Corte dei Conti alla Regione, spese per circa un miliardo di euro. Falcone, che è stato assessore della giunta Musumeci, ha dovuto rispondere in modo puntuale alle contestazioni che sono state avanzate dai magistrati contabili, poi sulla base di queste controdeduzioni arriverà la decisione definitiva attesa per il prossimo 3 dicembre. Le contestazioni viaggiano su un documento di circa 600 pagine che i giudici stanno maneggiando da qualche giorno e che, se dovessero diventare realtà, sarebbero guai (seri) per la Sicilia. La partita finirà quando le sezioni riunite della Corte dei Conti, presiedute da Salvatore Pilato, daranno la parifica o bocceranno il bilancio stilato nel 2020 dall’assessore all’Economia Gaetano Armao all’epoca del governo Musumeci.
La relazione e i due problemi
La relazione principale, firmata dai magistrati istruttori Tatiana Calvitto, Antonio Tea e Massimo Giuseppe Urso, individua 2 problemi principali, si legge. Il primo vale 866.903.662 euro e riguarda la decisione di spalmare in 10 anni invece che in tre il maxi disavanzo scoperto a fine 2018. Il secondo grande nodo da sciogliere riguarda il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge poi dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale: per questo i magistrati contabili contestano la spesa di 161.163.169 euro. Insieme ad altre contestazioni minori il totale dell’handicap che pesa ora su Palazzo d’Orleans vale circa un miliardo e 100 milioni.
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