Circa il 20 per cento degli alunni in tutto il territorio nazionale sono rimasti tagliati fuori dalla didattica a distanza introdotta a causa dell’emergenza Coronavirus.

E’ il dato emerso questa mattina nel corso della conferenza stampa online di presentazione del documento “A distanza, ma non troppo! La scuola al tempo del Covid-19 Manifesto per una didattica inclusiva”, promosso da Flc Cgil.

“Temo che ancora non sia stato fatto un dibattito serio su quanto sta avvenendo nella scuola a causa dell’emergenza – ha spiegato Francesco Sinopoli, segretario di Flc Cgil – innanzitutto partendo da coloro che sarebbero rimasti tagliati fuori da questa nuova modalità che non può esaurire la scuola. I più piccoli e chi è più fragile è rimasto escluso da qualsiasi forma educativa”.

“Siamo stati investiti da un entusiasmo eccessivo sulla didattica a distanza – aggiunge – e forse sta già passando l’idea fortemente sbagliata che l’innovazione nella scuola passi semplicemente dall’uso diffuso della tecnologia“.

Sinopoli parla di una “grande sottovalutazione” da parte del governo e del ministero dell’Istruzione, “responsabili” a suo dire di aver diffuso anche la retorica del “a scuola va tutto bene” mentre richiama a grandi responsabilità politiche.

“Siamo di fronte – afferma – a un grave deficit di direzione di questa fase. Riscontriamo una assoluta inadeguatezza, non tanto sul fatto che non si sia avviata la fase due con il ritorno in classe come in Francia o in Germania, ma è impensabile che non ci sia ancora una modalità di ripartenza, siamo a maggio, la scuola deve tornare a funzionare dai più piccoli, servono importanti investimenti”.

A questo proposito, Sinopoli richiama anche la questione delle igienizzazioni: “La scuola impiega 1 milione e 200 mila persone e per le sanificazioni, nessuno ha immaginato nulla al di là di stanziamenti scarsi. Siamo in presenza di una riflessione superficiale mentre dobbiamo ragionare sugli esclusi e quindi anche sulle disuguaglianze che sono cresciute. Mi auguro non si voglia procedere a una innovazione basata solo sulla tecnologia”.

Tra gli interventi quello del pedagogista Massimo Baldacci che insiste nel “mantenere la scuola come una comunità democratica”, “non possiamo pensare ai tanti che ci seguono, dobbiamo pensare ai circa due milioni che non ci possono seguire, che non sono nemmeno valutabili”.

Da parte sua, la docente di Progettazione e didattica alla Bicocca di Milano, Elisabetta Nigris, ha sottolineato che “circa il 20 degli alunni non ha potuto connettersi in modo sufficiente per partecipare alle attività didattiche”.

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