Effetti gravi e collaterali del Covid19. Questa mattina, l’Aned Onlus, l’associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto, si è riunita un presidio di protesta organizzato presso l’ospedale Cervello davanti all’ufficio ticket della struttura insieme ai familiari dei parenti che lottano ogni giorno. La paura è che venga chiuso il reparto di Nefrologia. L’unità ospita al momento solo dializzati positivi ed è chiuso ai pazienti non Covid. L’enorme numero di casi ha generato questo tilt.

Una quindicina di paziente malati e sottoposti a dialisi peritoneale domiciliare è a rischio. Il trattamento autogestito, infatti, ha necessità di un controllo periodico e costante dei medici. Attenzioni che però in questo periodo è difficile riporre perché il personale medico è impegnato in altra emergenza. Ci sono 12 postazioni per effettuare il trattamento ma i pazienti sono 52 e devono sottoporsi a dialisi tre volte a settimana.

Valentina Chinnici “Mio sostegno ai pazienti”

A sostenere questa battaglia Valentina Chinnici, consigliere e capogruppo di Avanti Insieme al Comune di Palermo. “Questa mattina ho partecipato al sit-in di protesta dei familiari dei pazienti dializzati peritoneali, per rappresentare il mio sostegno e quello dei consiglieri Massimo Giaconia, Roberto Li Muli e Michele Maraventano del gruppo civico Avanti Insieme. Sono 15 pazienti, sottoposti a dialisi peritoneale domiciliare, ma che necessitano di un controllo periodico e costante dei medici del reparto di nefrologia e dialisi dell’ospedale Cervello di Palermo, ormai chiuso per essere riconvertito in reparto Covid”.

“Situazione veramente drammatica”

Chinnici continua: “Una situazione veramente drammatica perché la decisione politica lede il diritto alla cura di soggetti estremamente fragili e rende il destino di questi pazienti assolutamente incerto. Parliamo di malati cronici, soggetti fragili e spesso in età avanzata, che almeno una volta al mese vengono visitati in ambulatorio anche per evitare il rischio di peritonite e di altre complicanze legate all’eventuale malfunzionamento dei macchinari con i quali si curano a casa e che necessitano di controlli periodici”.

Chinnici lamenta e considera “grave il fatto che contestualmente alla chiusura del reparto di nefrologia e dialisi degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello non si sia previsto neanche un passaggio di consegne all’altro centro operativo del Civico di Palermo e sia stato eliminato il controllo medico ambulatoriale una volta al mese, finora garantito”.

“Abbandono da parte delle istituzioni che non possiamo accettare”

Quello che si prospetta “è un abbandono da parte delle istituzioni che non possiamo accettare – sottolinea Chinnici –. Sollecitiamo, quindi, con urgenza l’intervento di tutte le autorità competenti in materia, dell’assessore regionale alla sanità Razza, chiedendo loro di tornare indietro nella loro decisione che non rispetta i diritti fondamentali di questi malati in situazione di particolare fragilità”.