Una videoconferenza con i governatori prima. Un confronto con gli esperti dopo.Uno con le opposizioni, sperato ma non certo. E solo alla fine la bozza di un nuovo provvedimento. E’ il percorso verso il nuovo dpcm iniziato con la riunione dei ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali), convocata da quest’ultimo con i rappresentanti di Regioni, Comuni (Anci) e Province (Upi), secondo quanto si apprende, per discutere le nuove misure che vengono valutate dal governo per contrastare la seconda ondata dell’epidemia di coronavirus. Tra i governatori sono collegati, tra gli altri, Bonaccini (Emilia Romagna, presidente della Conferenza delle Regioni), Fontana (Lombardia) Fedriga (Friuli Venezia Giulia) Toti (Liguria), Toma (Molise) Emiliano (Puglia) De Luca (Campania) Tesei (Umbria), Marsilio (Abruzzo) Cirio (Piemonte), Giani (Toscana), Zaia (Veneto). Inoltre Antonio Decaro, presidente Anci, e Michele De Pascale (Upi).

Non c’è, fra i partecipanti, il governatore siciliano Nello Musumeci perchè in questa fase le misure non dovrebbero riguardare le regioni come la Sicilia, la Calabria e la Sardegna la cui situazione territoriale ed epidemiologica è diversa anche se i governatori di Puglia e Molise sono ugualmente collegati.

Il nuovo dpcm dovrebbe vedere la luce fra lunedì e martedì e ci saranno misure più stringenti ma non sarà lockdown. Almeno non ancora. Allo studio c’è lo stop agli spostamenti fra Regioni a meno che non ci siano documentabili motivi di lavoro, salute o urgenza. Le altre misure, invece, dovrebbero essere territoriali e riguarderebbero la chiusura di negozi e altre attività e misure più rigide per le aree metropolitane e le città a maggiore rischio, quelle più colpite dal contagio.

Il sistema dei lockdown locali partirebbe da Milano e Napoli ma c’è chi chiede di blindare intere regioni come la Lombardia che ieri ha contato quasi 9mila nuovi casi o tutte le province che superano il migliaio di casi e si tratta, oltre Milano, anche di Varese e Monza Brianza in Lombardia, ma poi Napoli, Torino e la stessa Roma.

Lo scontro è sulla didattica a distanza a scuola. C’è chi chiede di chiudere le scuole di ogni ordine e grado ma il Pd non ne vuole sapere. Il dpcm in ogni caso domani vedrà la luce e martedì sarà in vigore ma non sarà l’ultimo. Nel corso della settimana si vedrà che lo stop alle 18 dei ristoranti e dei bar e la chiusura di cinema, teatro e palestre hanno ottenuto risultati. Se così non sarà si rivedrà tutto di nuovo e di dpcm ne arriverà un altro riprendendo il ritmo di uno a settimana

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