Il Tar riapre la scuola in tutta Italia. Sospese le ordinanze di chiusura disposte dalla Regione Campania e da molti sindaci
Il Tribunale amministrativo accoglie il ricorso del governo
La scuola resta aperta e in presenza, “perché la Dad provoca disuguaglianze” e invece “le scelte prese stanno pagando”. Dopo lo stop delle feste natalizie, attraversato da appelli, polemiche e scontri a colpi di ordinanze e impugnative, il Governo ribadisce in una conferenza stampa la propria linea, respingendo le critiche sulla decisione sul ritorno di bambini e ragazzi tra i banchi.
Assenti solo il 6% fra insegnanti e personale Ata
E dopo un balletto di numeri sulle assenze verificatesi nel giorno della ripresa delle lezioni, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – supportato del premier Mario Draghi – chiarisce che “i docenti assenti perché positivi o in quarantena sono il 6%, gli studenti il 4,5%.
Stiamo controllando la situazione perché abbiamo operato con attenzione, non siamo stati fermi” mentre i docenti sospesi perché non vaccinati sono lo 0,72%.
I Presidi contestano i numeri del governo
Ma per i presidi la stima è del 10% di assenze tra prof e personale Ata, così come – dicono – tra gli studenti. Percentuali ancora più alte di 3-4 punti, invece, secondo i sindacati, che denunciano “i soliti problemi irrisolti” su sicurezza, investimenti sul personale e sovraffollamento di classi.
Il Tar sospende le ordinanze di chiusura
Riaprono tutti gli istituti dopo solo un giorno di Dad in Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca aveva firmato un’ordinanza che aveva disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio per criticità legate alla pandemia: oltre ad aver dato parere favorevole al ricorso presentato da alcuni genitori, il Tar ha accolto l’istanza cautelare presentata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri dell’Istruzione e della Salute. E così il provvedimento del governatore è stato sospeso.
Il governo impugnerà tutte le ordinanze
L’Esecutivo impugnerà ancora tutte le ordinanze che non riterrà opportune, visto che la norma consente la chiusura delle scuole in determinati territori circoscritti solo qualora la situazione lo preveda. Nessun passo indietro, dunque, di fronte alle richieste di gran parte dei governatori, alcuni dei quali avevano anche invocato il ricorso al parere del Cts.
Regge la chiusura con rinvio di tre giorni solo in Sicilia
In Sicilia gli studenti torneranno comunque in presenza giovedì ma il rinvio potrebbe essere esteso fino a cinque giorni e dunque portare al rientro la prossima settimana mentre in alcune città come Messina è stato previsto la sospensione delle attività didattiche dal 13 sino al 23 gennaio.
Pochi comuni con ordinanze in vigore
Aldilà delle misure isolate degli enti locali, dei governatori e delle decisioni del Tribunale amministrativo regionale, resta basso, 3,07% secondo le cifre ufficiali, il numero dei Comuni che hanno disposto ordinanze di chiusura: “una situazione che non è, quindi, dilagata”, sottolinea il ministro Bianchi, assicurando “che le scelte prese stanno pagando. Stiamo agendo in maniera responsabile regolando anche la dad che è uno strumento utile e deve essere integrato nei piani educativi della scuola”, consapevole che “il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità”, aggiunge, mentre in serata il ministero ha diffuso una circolare con indicazioni dettagliate per i casi di classi con doppia positività alle medie e alle superiori.
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