Resta stabile al 27%, in Italia, la percentuale di posti nei reparti di area non critica occupati da pazienti Covid, ma in 24 ore, cresce in 9 regioni, tra cui la Sicilia (33%). A superare il 30% sono 5 regioni: Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Valle d’Aosta. Questi i dati Agenas aggiornati al 12 gennaio.

Molte regioni verso zona arancione a fine mese

L’enorme quantità di nuovi casi “incontrando una popolazione suscettibile troppo numerosa, sta progressivamente saturando gli ospedali, di conseguenza, molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese”. Lo dice il presidente della Fondazione Gimbe, Cartabellotta facendo il punto sui posti letto ancora disponibili che, in caso di occupazione da parte di pazienti Covid, porterebbe ciascuna Regione in zona arancione al netto di un eventuale incremento dei posti. Calabria e Piemonte sono a 0 posti disponibili in intensive e in area medica, Liguria 0 area medica e 1 posto in intensiva, Sicilia 0 in area medica e 4 intensive.

Sovraccarico ospedali rinvia cura di altre malattie

Secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, dal 5 all’11 gennaio, “continua a crescere la pressione sugli ospedali sia nei reparti di area medica che nelle intensive”. Salgono infatti del 31% i ricoveri di pazienti Covid-19 con sintomi (passati da 12.912 della settimana precedente a 17.067) e del 20,5% le terapie intensive (passate da 1.392 a 1.677). Ma a crescere del 35,4% sono anche i decessi. Gimbe sottolinea inoltre come “il sovraccarico degli ospedali comporti il rinvio della cura di altre malattie”.

In 7 giorni +31% ricoveri, 20% intensive

“Aumentano ancora – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe – i posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +20,5% in area medica e +32,2% in terapia intensiva”. All’11 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti Covid è del 26,6% in area medica e del 18,2% in area critica. Ad eccezione di Molise e Sardegna, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,5%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Puglia tutte superano la soglia del 10% in area critica, con la Provincia di Trento che si attesta al 31,1%.

Siamo in una fase critica

“Ci troviamo in una fase estremamente critica della pandemia – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – in cui distorte narrative ottimistiche appannano l’insufficienza delle misure per rallentare la curva dei contagi e sottovalutano i rischi per la salute delle persone e per l’economia del Paese. Innanzitutto, l’ingente numero di nuovi casi, in continua crescita, dopo aver mandato in tilt i servizi territoriali sta determinando la progressiva saturazione degli ospedali, con limitazione degli interventi chirurgici programmati, anche in pazienti oncologici, e la riduzione delle capacità assistenziali”. In secondo luogo, “l’enorme numero di persone positive sta progressivamente paralizzando numerosi servizi essenziali: dai trasporti alla scuola, dalla sanità agli uffici pubblici”.