«Da domani gli hub delle città metropolitane in Sicilia (Palermo-Catania e Messina) saranno aperti fino alle 24 per favorire la vaccinazione obbligatoria degli over 50». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, aderendo alla proposta del generale Figliuolo.

L’appello di Musumeci

«Faccio appello ancora una volta a tutti. La situazione ospedaliera – ha detto Musumeci – dimostra sempre di più come lo status vaccinale faccia la differenza, essendo tantissime le complicanze su tutti i pazienti non vaccinati. Mi aspetto, alla pari di questi ultimi giorni, un’adesione convinta».

200 vaccinazioni all’assessorato regionale Salute

Intanto, sono stati duecento i vaccini inoculati all’Assessorato regionale alla Salute in piazza Ottavio Ziino (a Palermo) a dipendenti, parenti dei dipendenti e ad alcune suore. La vaccinazione è stata organizzata dai vertici dell’assessorato. Sono state effettuate le prime, le seconde e le terze dosi.

Focolai in reparti ospedale Civico e Villa Sofia

Focolai covid negli ospedali palermitani: ci sono pazienti positivi nei reparti di Villa Sofia. Almeno 4 in neurochirurgia e altri 4 in lungodegenza. Altri focolai anche all’ospedale Civico. I pazienti positivi sono nel reparto di chirurgia toracica, plastica e chirurgia d’urgenza. Al momento la pressione negli ospedali resta costante solo ieri ci sono stati in Sicilia altri 74 ricoveri. A Palermo altri reparti stanno per essere convertiti per accogliere i pazienti positivi.

L’obbligo per gli over 50

Limitare l’obbligo agli over 50 “basta per arginare la pressione ospedaliera, non della diffusione del virus che invece è sostenuta da giovani e bambini. Si tratta di una soluzione intermedia rispetto all’obbligo totale”. Lo dice in un’intervista a ‘La Repubblica’ Donato Greco, infettivologo e epidemiologo, membro del Comitato tecnico scientifico.

Questo virus “ha forte stagionalità, ma aumentando le vaccinazioni ai ritmi con i quali stiamo procedendo, tra un paio di settimane i suscettibili si ridurranno”. Le Asl non riescono più a fare il tracciamento, “con questi numeri non è pensabile. Bisogna puntare alla sorveglianza dei sintomatici, che trasmettono molto di più degli asintomatici”.

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