Un’altra settimana di zona arancione per la Sicilia è stata decretata ieri e il colore della Regione diventa motivo di emersione delle tensioni nella maggioranza di Musumeci

Non è un mistero, infatti, che al vertice di maggioranza tenuto in settimana, siano mancate Lega ed MpA anche se il Presidente ha sminuito queste assenza definendole non politiche.

L’intervento del segretario della Lega Nino Minardo

“In Sicilia l’indice di contagio Rt è 0,89 nell’ultima settimana, era 1,02 la settimana scorsa di conseguenza si poteva e si doveva andare in zona gialla anche senza le due settimane consecutive con Rt sotto l’1. Purtroppo ogni appello al Ministro della Salute è risultato vano, ogni leale sprono al presidente della Regione altrettanto e siamo rimasti in zona arancione. Ci si è attaccati alle virgole e alle frazioni e piuttosto che al servizio dei cittadini la politica è restata al servizio degli algoritmi e dei centesimi”.

A parlare è il segretario della Lega in Sicilia Nino Minardo, che sia pure con prudenza, apre di fatto un confronto nella maggioranza in Sicilia e non solo una sorta di polemica con Roma

“Così non va, la zona arancione non va bene! Al Ministro Speranza – sottolinea Minardo – ricordo che il governo è sostenuto da un’ampia maggioranza di cui la Lega è parte importantissima, al presidente Musumeci dico che dobbiamo con determinazione lavorare affinché presto in Sicilia ci siano zona gialla e riaperture”.

La replica del capogruppo di Diventerà Bellissima

A Minardo la replica arriva dall’interno della maggioranza e in particolare dal partito dello stesso presidente Musumeci “Siamo tutti d’accordo con il deputato Nino Minardo quando chiede che la Sicilia debba tornare zona gialla. Non siamo d’accordo quando attribuisce anche al presidente Musumeci la responsabilità della conferma della zona arancione” dice Alessandro Aricó, capogruppo di DiventeràBellissima, replicando al deputato della Lega.

“È noto a tutti, infatti, che è del governo nazionale la competenza sui colori, non di quello regionale. Sebbene la Sicilia abbia oggi i numeri da zona gialla non può diventarlo perché l’indice Rt- già sotto soglia da oltre una settimana- dovrà mantenersi tale per almeno 14 giorni consecutivi: lo prevede il “Dpcm Draghi”, vale a dire una norma nazionale. Quindi, se non ci saranno nuovi focolai, la nostra regione tornerà gialla tra una settimana. Il presidente Musumeci non ha certo bisogno di essere spronato, perchè lavora e opera ogni giorno con l’abnegazione e la dedizione che gli derivano dall’amore che nutre nei confronti della Sicilia” conclude Aricò.

I dati controversi

I dati sull’andamento dell’epidemia non lasciavano molto spazio ad interpretazioni. In Sicilia nella settimana dal 16 aprile al 2 maggio presa in considerazione in questo caso sono stati registrati 5.973 casi, il valore Rt  è pari a 0,89 (con intervallo inferiore a 0,85 e superiore a 0,92), in discesa rispetto alla settimana precedente la classificazione complessiva del rischio bassa (questo dato sarebbe da zona gialla). La riduzione dei casi è stata del 17,1% in una settimana e del 20,4% in due settimane.

Dieci settimane di indici troppo alti

Ma la Sicilia è rimasta per dieci settimane con un indice del contagio molto alto e solo adesso sceso sotto soglia uno dopo aver sfiorato anche 1,25 quindi un limite vicino alla zona rossa. E adesso resterà ancora in arancione con la speranza di cambiare colore solo dal 17 maggio

Articoli correlati