In occasione del World Pizza Day, Coldiretti ha pubblicato un report relativo ai dati sul consumo di pizza da parte degli italiani. Il 17 gennaio di ogni anno, dal 2017, si celebra il World Pizza Day, un’intera giornata dedicata a uno dei simboli italiani: la pizza. Il motivo della scelta di questa data è semplice: il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, patrono dei pizzaioli. Una ricorrenza, quella del World Pizza Day, nata nel 2017, dopo che l’Unesco ha proclamato l’arte dei pizzaioli napoletani patrimonio immateriale dell’umanità.

Consumi di pizza in aumento del 14% in Italia

Secondo il recente report “La pizza italiana vince la sfida dei prezzi” di Coldiretti e Ipsos, con un fatturato che sale a oltre 15 miliardi di euro all’anno la pizza è una vera e propria colonna portante del sistema economico italiano, costituto da 121.000 locali e un’occupazione stimata in 100.000 addetti a tempo pieno e altrettanti 100.000 nel fine settimana.

In Italia, sempre secondo l’indagine di Coldiretti e Ipsos, i consumi di pizza degli italiani in un anno sono aumentati del 14%.

Un prodotto molto amato che, fra l’altro, ha risentito meno dell’inflazione rispetto alla media dei prodotti alimentari in commercio. I prezzi sono infatti aumentati, nei primi undici mesi del 2023, mediamente del 7% contro il 10,5% del carrello della spesa degli italiani.

I dati del consumo di pizza degli italiani

Questi i numeri vincenti relativi al consumo di pizza nell’ultimo anno da parte dagli italiani, invogliati dalla bontà ma anche dall’economicità di questo prodotto: il 65% degli italiani ha mangiato la pizza almeno una volta alla settimana mentre un italiano su 5 l’ha messa in tavola due volte alla settimana. L’8% per 3 volte alla settimana mentre il 3% quattro volte alla settimana e il 2% addirittura quasi tutti i giorni. Soltanto il 2% dichiara di non averla mangiata. Sono numeri da capogiro, se si pensa che Coldiretti stima si sfornino ben 2,7 miliardi di pizze all’anno, che in termini di ingredienti significano 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.

Pizzerie e ristorazione: i dati sul settore – le regioni

Ampliando lo sguardo al comparto dei Ristoranti e della ristorazione mobile, analizzando i dati di Cribis è stato possibile andare a evidenziare tendenze e caratteristiche di un settore tanto importante per il Paese, conosciuto in tutto il mondo proprio per la cucina e il livello qualitativo della gastronomia. Come si posizionano le regioni italiane in base al numero di aziende operanti nel comparto della ristorazione analizzato? Volendo stilare una classifica, ai primi posti si trovano la Lombardia (13,2%), Lazio (12,2%), la Campania (10,1%) e al quarto posto la Sicilia (8,6%).

Seguono Toscana (7,1%), Veneto ed Emilia-Romagna (7%), Piemonte (6,8%) e Puglia (6,1%). Le altre regioni, invece, non raggiungono il 4%.

Tipologia di imprese, fatturato e addetti

Nella maggior parte dei casi, le attività che operano nel segmento della ristorazione preso in esame sono costitute come Impresa individuale (42%), mentre le Società di capitali sono il 34,4% e le Società di persone il 23,4%.

Il fatturato è in fase di recupero rispetto al periodo più critico della pandemia da Covid19, passando da 10.952.772.010 euro nel 2020 a 15.237.448.140 euro nel 2021, senza però riuscire a raggiungere i 17.051.081.330 euro del 2019.

In deciso aumento invece il numero di addetti che crescono dai 268.985 del 2020 ai 337.645 nel 2021 per poi raggiungere i 373.034 nel 2022.

Un rilancio che però ha dovuto fare i conti, nel 2022 e nel 2023, con il rialzo dei tassi, l’inflazione e una diffusa incertezza economica e geopolitica. Le preoccupazioni restano anche per il 2024, anche se resta alta la fiducia nelle capacità dei ristoratori italiani e nelle opportunità che continua a offrire.