Si è parlato di agricoltura sostenibile e di nuove linee guida per il comparto in Sicilia nel corso del seminario “Crisi agricola e vie d’uscita”, organizzato dal Movimento 5 Stelle Sicilia a Palazzo dei Normanni.

Sono intervenuti l’organizzatrice Valentina Palmeri e gli altri deputati 5Stelle Giancarlo Cancelleri e Angela Foti; oltre che il dirigente generale del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale, Dario Cartabellotta; il fondatore del Laboratorio di Permacultura Mediterranea Ignazio Schettini e il professore Guido Bissanti, esperto e saggista su sviluppo sostenibile e agricoltura umanistica.
L’evento è il secondo appuntamento sul tema della biodiversità dopo quello dello scorso 3 ottobre, quando è stata presentata la proposta di legge: “Un nuovo strumento per la salvaguardia della biodiversità e degli habitat siciliani”.
“Coniugare sostenibilità, produttività e gestione etica della terra – afferma Palmeri – sono obiettivi centrali delle nostre proposte”. “Durante il convegno di oggi, – spiega la portavoce all’Ars – sono stati analizzati gli aspetti problematici del settore, tra questi l’aumento del prezzo del carburante agricolo, il dissesto idrogeologico, la massiccia importazione di prodotti stranieri, il caporalato e le agromafie, nonché le difficoltà di accesso al credito”. “Nel nostro modello – continua – vengono esaminati i vantaggi per l’ambiente e la salute, la qualità di vita in generale, e i vantaggi anche economici dei modelli alternativi a quello tradizionale”.
E’ il turno del presidente del gruppo M5S all’Ars Giancarlo Cancelleri che parla di concorrenza spietata di prodotti che arrivano da nazioni dove il mercato del lavoro non ha le nostre regole.

“Una tutela – afferma – potrebbe essere dettata dall’utilizzo obbligatorio di un marchio che identifichi la provenienza regionale dei prodotti in questione”. Altro aspetto, trattato dalla deputata Foti, è legato ai processi produttivi, considerati come influenti nel cambiamento climatico.
Tra gli interventi tecnici, il dottor Cartabellotta: “ad oggi, – sottolinea – le migliori produzioni siciliane di qualità, vini, oli, frutta, ortaggi, formaggi, cereali e carni sono legate ad una biodiversità differenziata e non omologata che né esalta le caratteristiche qualitative e coniuga la conservazione delle risorse genetiche e del germoplasma con la qualificazione delle imprese e dei prodotti”. “Occorre intervenire sul piano politico e culturale – va avanti Cartabellotta – e rendere protagonista il mondo della scienza, della ricerca, della cultura e dell’agricoltura sapendo dimostrare che la molteplicità di colture, varietà, pratiche produttive, e la storicità delle diverse agricolture sono valori globali che servono a tutti se si integrano coi diritti dei consumatori”.
“E’ giunto il momento di riscrivere i trattati di economia, – dice il professore Guido Bissanti – deve esserci sincronia tra l’economia umana e natura”. E infine il fondatore del Laboratorio di Permacultura Mediterranea Ignazio Schettini. “L’obiettivo principale – afferma – non è quello di far pressione su governo e istituzioni per cambiare la politica, ma quello di mettere tutti, individui, famiglie e comunità locali, nella condizione di perseguire ed attuare la propria autosufficienza e autoregolazione”.