Qualcuno è arrivato in aereo, altri alla spicciolata in auto, ma la maggior parte – un centinaio in tutto – ha deciso di affrontare un lungo viaggio in pullman partendo direttamente da Castelbuono. Tutta l’azienda Fiasconaro, dal più grande dei fratelli al più giovane dei collaboratori, ha partecipato questa mattina all’udienza generale del Papa, a Piazza San Pietro, per testimoniare e consolidare l’affetto e il profondo legame che ormai da anni ispira l’azienda siciliana anche nelle sue attività di beneficenza in tutta la provincia di Palermo e non solo.

Quasi un pellegrinaggio, quello organizzato da Nicola, Fausto e Martino Fiasconaro, che al termine dell’udienza hanno donato una colomba di due chili a Papa Francesco, rinnovando una tradizione che ormai si ripete dai tempi di Papa Giovanni Paolo II.

Bergoglio, che già in passato ha avuto modo di assaggiare i prodotti Fiasconaro, ha ricevuto un’altra colomba da un bambino di 7 anni, figlio di due dipendenti della Fiasconaro, definito la mascotte dell’azienda proprio per la sua passione e per il suo sogno nel cassetto: quello di diventare pasticciere.

Il viaggio è un premio e anche un omaggio che la famiglia Fiasconaro ha voluto fare ai dipendenti e ai collaboratori dell’azienda, 140 in tutto, dopo le fatiche che hanno accompagnato la lunga produzione invernale. Una stagione da record, sia per i panettoni che per le colombe, che hanno confermato un trend in forte crescita e un aumento a doppia cifra dei valori di produzione.

“È un rapporto ormai storico quello che lega la nostra azienda alla Santa Sede – commenta Nicola Fiasconaro, che assieme ai fratelli Fausto e Martino è ormai da anni a capo dell’azienda di famiglia –. Essere qui oggi ha un duplice significato per noi, perché oltre ad essere orgogliosi di avere incontrato il Papa durante il giubileo straordinario, siamo riusciti a coinvolgere tutti i nostri collaboratori. In un momento in cui è difficile investire in risorse umane, la nostra azienda si muove in controtendenza, credendo nel cosiddetto capitale umano, motivando tutti i componenti del nostro ciclo produttivo, ma soprattutto passando insieme del tempo per rafforzare il nostro spirito di squadra”.