Quello di Musumeci sarebbe un governo degli annunci che poi restano lettera morta. Quindi, nessuna fiducia nel governo Musumeci, che prima annuncia le cose e poi non riesce a metterle in pratica. E’ quanto sostiene Nuccio Di Paola, presidente del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle all’Ars, all’indomani del voto sulla legge finanziaria.  Ospite di Casa Minutella, il parlamentare grillino ha  spiegato le ragioni che hanno indotto le opposizioni a mettere mani sul documento contabile. “Ricordo l’anno scorso che il presidente Musumeci ha fatto pure un post su Facebook, lanciando la stabilizzazione degli Asu, dandolo oramai come una cosa fatta. E passato un anno e siamo punto e a capo”.

Musumeci e ka stabilizzazione degli Asu, una promessa non mantenuta

Cosa è successo agli Asu? Ecco la ricostruzione fornita da Di Paola. “Lo dico chiaramente e lo sanno  pure i lavoratori Asu. Siamo punto e a capo, perché poi a Roma non c’è stato un presidente della Regione, non c’è stato un assessore che abbia seguito passo dopo passo la norma che l’Assemblea regionale siciliana aveva fatto, un lavoro compiuto  da tutti i gruppi, opposizione e maggioranza”.

Per Di Paola, quell’esempio dimostra che “quando si parla, di Sicilia e di siciliani nessuno fa opposizione alla dei siciliani”. Ma poi, chi le mette in pratica quelle norme? “Se poi approviamo una norma qui in assemblea Regione Sicilia e non c’è un assessore e non c’è un Musumeci che segue quella norma passo dopo passo a Roma di fatto passa il tempo. Ormai è passato un anno e siamo nuovamente al punto di partenza”.

Che fine hanno fatto i fondi promessi da Armao a dicembre?

Non sarebbe un caso isolato. “Ho fatto l’esempio che riguarda la categoria degli Asu, ma posso fare tantissimi esempi per quanto riguarda molte norme, a partire anche da i fondi che il vicepresidente Armao aveva promesso a dicembre. Perché poi noi siamo andati in esercizio provvisorio per quattro mesi? Perché l’assessore Armao, assieme al governo regionale, doveva ricontrattare il debito che la Regione siciliana deve pagare allo Stato. Sono passati quattro mesi e di fatto non è stato fatto. Non è stato realizzato nulla che potesse dare una spinta maggiore ai conti della Regione Sicilia”.

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