Orazio Ragusa, Matteo Francilia, Fabio Cantarella. Sono i tre nomi che circolano nei corridoi dei palazzi della politica per la nomina del nuovo assessore regionale ai Beni Culturali della Regione siciliana. Dopo il via libera di Musumeci ieri alla fine di un vertice di maggioranza durato cinque ore, l’unica cosa certa, però, è che a  indicare il nome sarà la Lega che così entrerà in giunta rispettando un antico accordo. La Lega, infatti, fa parte della coalizione che sostiene Musumeci fin dalle elezioni del 2017 e dunque la richiesta e lo spazio ottenuto sono politicamente un fatto indiscutibile anche se non possono c he sollevare polemiche e critiche dai detrattori del partito di Salvini che in Sicilia sono tanti come è facile immaginare in tutto il Sud.

La scelta dei Beni Culturali era quasi obbligata dopo la decisione di evitare un rimpasto. Musumeci non ha mai gradito questa espressione e ciò che porta con se e non aveva voglia di cambiare tutto. A questa linea si è dovuta associare anche Forza Italia che avrebbe avuto problemi interni non indifferenti visto che sono almeno due le province azzurre che chiedono spazio con Tony Scilla ad esempio che già si sentiva seduto su una poltrona assessoriale. Niente per nessuno è l’unico modo per non far esplodere il problema.

Ma un assessore ai Beni Culturali si doveva nominare dopo oltre un anno di poltrona vacante dalla scomparsa del compianto Sebastiano Tusa e dunque la soluzione che salva capra e cavoli è quella di darlo alla Lega rispondendo alla legittima richiesta ma senza valzer di poltrone che avrebbe fatto saltare gli equilibri.

“Apprezziamo che i partiti di maggioranza, abbiano scelto, uniti, la via del rilancio dell’azione di governo al posto di un rimpasto che in questo momento appariva fuori contesto, stante l’emergenza sanitaria e l’azione riformista che sta prendendo corpo in parlamento con la legge di stabilità appena varata e leggi importanti in itinere come quella sulla sburocratizzazione” commenta Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.

” I nostri assessori, per i quali ci eravamo espressi confermandoli nel governo, lavorano con grande energia. L’assessore Turano, già con la prossima pubblicazione della legge di stabilità regionale, metterà a regime il meccanismo di aiuti al tessuto produttivo fortemente provato dalla crisi economica conseguente al Covid-19, mentre l’assessore Pierobon sta portando a termine la fondamentale riforma dei rifiuti, facendo prevalere la logica degli impianti pubblici a quelli privati. Come Udc siamo fieri di continuare la nostra esperienza di governo senza modificare un assetto che ha dimostrato di funzionare bene. Quello di oggi è stato un vertice nel quale si è parlato soprattutto di rilancio economico dopo la crisi. Su questo tema sarà determinate anche l’impegno del parlamento che dovrà valutare importanti riforme. Avanti tutta con sinergia, coesione e rilancio del progetto di riforme a sostegno dell’economia e dei settori produttivi”.

Ma adesso l’attenzione si sposta proprio sulla scelta che farà la Lega. dentro il gruppo verde all’Ars che ha perso per strada Bulla, c’è il deputato Orazio Ragusa che pressa ma la sua nomina creerebbe un problema con Forza Italia non intenzionata a far passare il principio che possa essere premiato chi cambia partito (Ragusa è stato eletto con Forza Italia).

Il nome più accreditato è quello di Matteo Francilia, sindaco di Furci Siculo nel Messinese e leghista di recente adozione considerato, però, attendibile. Imprenditore turistico eoliano Francilia fa politica da sempre. Prima che sindaco di Furci è stato consigliere provinciale e segretario Udc.

Ma proprio per non lasciare un nome solo nell’agone c’è chi fa circolare anche il nome dell’assessore comunale di Catania Fabio Cantarella, leghista, invece, della prima ora.

Ma dalla Lega nessuna conferma a nessun nome  e c’è chi giurerebbe che alla fine ad essere scelto sarà un quarto candidato di cui non si parla

(Nella foto da sinistra Fabio Cantarella, Matteo Francilia, Orazio Ragusa)

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