Sul Fiume Oreto piovono sessantacinquemila euro in virtù del primo posto ottenuto sia nella classifica nazionale, sia nella speciale classifica dedicata ai “luoghi d’acqua” della nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, indetto dal FAI – Fondo ambiente italiano. La proposta di riqualificazione del fiume aveva raccolto 83.138 voti.
L’intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo, ancora in via di definizione, verrà individuato nell’ambito delle azioni previste dal “Contratto di Fiume”, su cui sta lavorando l’Autorità di Bacino – l’ente che si occupa del risanamento delle acque, della fruizione e gestione del patrimonio idrico e della tutela dei relativi aspetti ambientali – insieme alla Regione Siciliana, ai tre Comuni nei quali ricade il bacino fluviale e a vari stakeholder locali. L’impegno delle parti in campo sta già dando i primi frutti perché il progetto per bonificare una parte di fiume e renderla fruibile alla città di Palermo è stato candidato dal Comune a un bando di finanziamento europeo e il progetto ha superato il primo step di ammissibilità: si tratta di un nuovo, importante passo verso l’auspicato arrivo di un finanziamento di 6,8 milioni di euro.
Il Fiume Oreto scorre nell’omonima valle, con un bacino che si estende per circa 23 chilometri nei territori di Altofonte, Monreale e Palermo. La sorgente si trova a sud di Palermo, nella Conca d’Oro e il fiume sfocia nel Mar Tirreno, dopo aver attraversato il capoluogo. La storia del fiume è ricca di eventi, tra cui l’essere stato testimone dell’assalto cartaginese di Asdrubale.
Corso d’acqua a carattere torrentizio, anche nei mesi più caldi l’Oreto conserva un deflusso sufficiente grazie alla presenza di molte risorgive e alla ricchezza della falda che lo alimenta. Per gran parte della sua lunghezza si estende un SIC (sito di interesse comunitario) di grande valore naturalistico, che rappresenta, in un’area estremamente antropizzata, un rifugio e un corridoio ecologico per la fauna selvatica.
Il fiume risulta particolarmente inquinato per la presenza di numerosi scarichi fognari abusivi e perché viene spesso utilizzato come discarica a cielo aperto. Da 20 anni si parla dell’istituzione di un parco, mai concretizzata, del resto la riqualificazione del fiume non può prescindere dai problemi di smaltimento e trattamento delle acque reflue. Finalmente, grazie al risultato del censimento, si è arrivati a una svolta: a fine 2018 è stato infatti avviato un tavolo di confronto territoriale volto alla costituzione di un “Contratto di fiume”, documento strategico che permette di pianificare azioni concrete e condivise dalla comunità di riferimento.
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