Daniela Lo Verde, 53 anni, è una preside “di frontiera”, considerata sempre in prima linea per le battaglie nel dar voce ad uno dei quartieri più difficili d’Italia, lo Zen di Palermo, nato come zona di espansione ma che come espansione, purtroppo, ha ben poco.

La sua storia allo Zen

La Lo Verde è da 10 anni la dirigente scolastica l’istituto comprensivo Giovanni Falcone allo Zen 2: una scuola difficile, difficilissima, vittima di atti di vandalismo e di chi più ne più ne metta. La Lo Verde in questi anni ha chiesto aiuto a tutti, per migliorare la situazione, dalla politica alle istituzioni ai cittadini. In pochi avevano fatto realmente qualcosa, e la Lo Verde rimaneva sempre quello, una preside di frontiera.

Cavaliere del merito

Questo almeno fino al 2020, al Covid, quando in piena pandemia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha nominata Cavaliera al merito della Repubblica Italiana “per essersi distinta nel servizio alla comunità durante l’emergenza coronavirus”. In quello che oggi appare, alla luce dell’inchiesta e degli arresti che hanno coinvolto la scuola con la Lo Verde in primis, quasi beffardi.

La pandemia e la raccolta fondi

La Lo Verde durante il Covid fu attivissima, tanto da trasformare la scuola in un hub vaccinale. Nei primi mesi di pandemia la preside infatti lanciò una raccolta fondi mettendo a disposizione il conto corrente della scuola per distribuire buoni spesa da 50 euro alle famiglie in difficoltà dello Zen e fece un appello per reperire tablet e computer da distribuire ai suoi studenti per la didattica a distanza.

Una storia che era molto piaciuta al Quirinale, che l’aveva voluta premiare. Forse la Lo Verde, chissà, si era lasciata prendere troppo la mano con la raccolta fondi e con i fondi in generale, ma questo saranno solo le indagini a stabilirlo, quando sarà finito tutto.

“Per dare un pò di speranza a questa terra disgraziata vorrei sottolineare che l’indagine nasce dalla denuncia di una professoressa che non voleva essere complice di questa cosa incredibile”, ha detto il procuratore europeo delegato Calogero Ferrara, dell’Eppo – European Public Prosecutor’s Office di Palermo, titolare dell’inchiesta”.

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