Va a processo per i danni causati due anni fa al pronto soccorso del Policlinico. Il prossimo 10 ottobre Giuseppe Trapani, 38 anni, dovrà comparire davanti al tribunale di Palermo in composizione monocratica.

Dovrà rispondere dell’accusa di danneggiamento dopo essere stato rinviato a giudizio. L’episodio accadde 2 anni fa, l’uomo pretendeva una visita immediata al padre perché aveva la pressione alta.

All’invito del personale ad attendere il proprio turno, il 38enne danneggiò la porta d’ingresso barellati e il cabinato posto in sala d’attesa minacciando il personale. L’uomo fu fermato dalla vigilanza e successivamente denunciato ai carabinieri che intervennero. Il pm Giorgia Righi, lo ha citato a giudizio  per quell’incursione violenta al Policlinico.

Le aggressioni sono un’emergenza

“Le aggressioni negli ospedali sono un’emergenza di sanità pubblica che richiede grande fermezza – commenta Salvatore Iacolino, commissario dell’azienda ospedaliera universitaria -. Ritengo fondamentale sensibilizzare i cittadini e invitarli a riflettere sull’importanza del lavoro dei medici e del personale sanitario. Al contempo, responsabilizzare ulteriormente i nostri operatori sull’importanza di una buona comunicazione con i pazienti”. Per la prevenzione degli atti di violenza contro gli operatori sanitari l’azienda sta portando avanti un lavoro per far emergere i fattori di rischio e adottare le strategie più opportune.

Il gruppo per la prevenzione degli atti di violenza

Al Policlinico è operativo il gruppo aziendale per la prevenzione degli atti di violenza. L’organismo, composto da diverse figure professionali, ha elaborato un programma che prevede tre linee di intervento. Diffondere una politica di non tolleranza verso atti di violenza, sia fisica che verbale; incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi; facilitare il coordinamento con le forze di polizia o altri soggetti che possano fornire un valido supporto per identificare strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza in ospedale.

I tempi di attesa la grande criticità

“Si è rilevato – continua Iacolino – che il problema maggiore per gli utenti non riguarda la gestione clinica. Bensì il vissuto dei tempi di attesa e la sensazione di ‘sentirsi abbandonati’. Con queste iniziative intendiamo dimostrare al paziente l’impegno dei nostri operatori al loro totale accudimento, nella consapevolezza che le persone che si presentano al pronto soccorso per malore sono fragili. Ma al contempo esporremo chiaramente a pazienti e loro accompagnatori che gli atti di violenza non sono permessi o tollerati”.

Le strategie

Il gruppo di lavoro del Policlinico ha elaborato delle strategie comportamentali da adottare se il paziente è agitato in caso di aggressione fisica, e una scheda di segnalazione delle aggressioni. Prevista anche la formazione del personale, con contenuti diversificati in base alla tipologia di operatore. Il programma di prevenzione prevede anche il sostegno agli operatori vittima di violenza o che possono essere rimasti traumatizzati per aver assistito a un episodio di violenza. Elaborata anche una locandina che verrà affissa in tutte le strutture dell’azienda.

I nuovi medici a supporto

In atto quindi vi è un percorso di umanizzazione nei diversi momenti di presa in carico e assistenza del malato. Nelle scorse settimane al pronto soccorso sono stati immessi in servizio i medici di continuità assistenziale assegnati dall’Asp di Palermo per gestire i codici bianchi e verdi. In questo modo si consente ai medici dell’area di emergenza, inaugurata lo scorso febbraio, di lavorare con più tranquillità sulle urgenze. Allestiti pure due punti informativi con operatori pronti a rispondere alle domande degli utenti e supportarli nell’accesso ai vari ambulatori e reparti ospedalieri.

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