“La mancata proroga dell’incentivo della decontribuzione al Sud è un fatto grave e inaccettabile che peserà come un macigno sul bilancio delle imprese, sullo sviluppo occupazionale e il futuro delle aree più deboli del paese. Lo ha detto Giuseppe Lupo candidato del partito democratico al Parlamento Europeo, che aggiunge :”Condividiamo la preoccupazione manifestata da Confindustria Sicilia, e ci auguriamo che il governo riattivi urgentemente la decontribuzione, che rappresenta un incentivo importante e significativo per combattere le diseguaglianze territoriali sostenendo il lavoro produttivo nel mezzogiorno”.
Decontribuzione Sud, stop a luglio
Stop dal primo luglio di quest’anno agli incentivi per chi assume nel Sud del paese. Il 30 giugno scade la misura nota come “decontribuzione Sud”. Lo sgravio sui contributi costa 3,3 miliardi all’anno ma sparirà dalla lista dei benefici. Per le opposizioni si tratta di una scelta scellerata che viene solo minimamente compensata dai provvedimenti del decreto Coesione ma il governo spiega che, invece, la misura straordinaria va autorizzata semestralmente da Bruxelles e quella del 30 giugno è una scadenza intermedia dell’autorizzazione comunitaria.
Il provvedimento
Si tratta di un provvedimento che si applica già dal 2021 a 3 milioni di lavoratori dipendenti e ne beneficiano migliaia di imprese meridionali. Lo stop servirebbe a riequilibrare i conti e viene parzialmente compensato dagli incentivi in busta che vanno da 80 a 100 euro ma solo una volta l’anno. Lo stato risparmia ma scoppia la polemica sul rischio che le aziende non possano reggere il colpo e siano costrette a licenziare almeno una parte di questi tre milioni di lavoratori.
“Il Governo avvierà un negoziato con la Commissione europea per verificare nuove modalità possibili di applicazione della misura “decontribuzione sud” in coerenza con la disciplina europea ed al di fuori delle misure straordinarie del temporary framework” sugli aiuti di Stato” fa sapere con una nota il ministro per gli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, che giudica “falsa e pretestuosa” la ricostruzione offerta dalle opposizioni sulla misura.
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