Emozionato e commosso allo stesso tempo. Così appare Giovanni Salonia, nuovo vescovo ausiliare di Palermo nel messaggio inviato alla città.
“Il mio cuore vibra di molti sentimenti mentre mi presento a voi, dopo aver accettato questa inattesa chiamata a lasciare la mia terra, la mia amata fraternità cappuccina, per consegnarmi al Popolo di Dio che è in Palermo.  Lo stupore, la sorpresa, la trepidazione dell’inizio diventano sempre più adesione grata, umile e fiduciosa agli impensabili progetti di Dio e desiderio di camminare con voi per la strada nuova che il Signore dischiude”.

Un “dono” per Salonia “essere ausiliare di Don Corrado: il pastore e fratello che ho conosciuto da vicino nei recenti anni di permanenza a Modica. In lui si esprime in modo esemplare un ministero pastorale caloroso, ospitale e inclusivo, modellato sul Pastore bello e buono che accoglie e va incontro, si fa prossimo ad ogni uomo”. E’ proprio al progetto pastorale che il nuovo vescovo ausiliare propone di dare il suo massimo contributo:
“L’assiduo ascolto della Parola di Dio e la frazione del Pane eucaristico ci provocano a camminare insieme. È questo il significato profondo della parola ‘sinodo’: essere donne e uomini di fede che sanno ascoltarsi reciprocamente per ‘discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa’ (Papa Francesco). … Poiché la condivisione del Vangelo non esclude nessuno, la nostra comunità diocesana promuoverà il dialogo con il mondo della cultura, specialmente con l’Università e con gli altri centri di ricerca e di studio”.

Una Pastorale ed un Vangelo che anche per Salonia non può essere lontano dalle crisi morali e sociali con cui anche Palermo si confronta quotidianamente. “…Ovviamente non possiamo ignorare, come comunità diocesana, la drammatica e dolorosa crisi che i nostri tempi stanno attraversando su più fronti – sottolinea -. Contribuiremo a favorire una cultura dell’accoglienza, della legalità, della crescita del bene comune, contro ogni forma di potere oppressivo dell’uomo e del creato, insieme ai responsabili delle istituzioni civili e alle autorità militari, nel rispetto delle competenze e degli spazi di azione propri di ciascuno. (Messaggio alla Chiesa di Palermo, 27 ottobre, 2015). In questi giorni nell’intimo del mio cuore ho sentito risuonare potenti le parole della Lettera agli Efesini (4,12) che ho scelto come mio motto episcopale: ‘per edificare il corpo di Cristo’ (“In aedificationem corporis Christi”). Il corpo di Cristo ricapitola la storia della salvezza: creazione, incarnazione, redenzione, cieli nuovi e terra nuova. Nel corpo di Cristo morto e risorto si incontrano cielo e terra, il presente e l’eternità…”.
“Palermo,  care sorelle e cari fratelli,  è da più di trent’anni, meta dei miei viaggi, luogo del mio impegno umano, cristiano, sacerdotale -conclude Salonia -. Ho avuto il dono e l’onore di lavorare ‘con’ e ‘per’ questa comunità civile ed ecclesiale: i Consultori Familiari, la Facoltà Teologica, la Fraternità Cappuccina, la Formazione degli psicoterapeuti, l’insegnamento alla Lumsa S. Silvia. E quante belle amicizie! La gratitudine per quello che mi avete dato diventa anticipo di ciò che potremo ancora condividere in questa nuova realtà, assieme ad amici ancora non conosciuti ma già accolti con fiducia nel mio cuore…”.