Sono quasi 11 mila i processi penali già rinviati a Palermo (10.800 per l’esattezza) nel periodo dal 9 marzo all’11 maggio, in appena due mesi di lockdown e si rischia di arrivare a ventimila processi da qui alla fine di giugno. Sono solo i numeri del distretto di Palermo che vanno raffrontati con il resto dell’Isola dove i distretti giudiziari sono in tutto sedici. Si perchè la giustizia in Italia non è ripartita e sembra quasi che il Covid19 esista ormai soltanto nei tribunali e nelle aule scolastiche visto che nel Paese è ripartito tutto il resto, sia pur econ le dovute precauzioni.
E’ l’allarme degli avvocati che sono in agitazione e che oggi hanno tenuto conferenza stampa web in tutta Italia. Ogni distretto ha tenuto la sua e i dati di Palermo sono molto preoccupanti. Dei 5300 avvocati che operano, il 60%, circa 3000, denunciano un reddito al di sotto dei 30 mila euro ed hanno chiesto il bonus da 600 euro perchè in difficoltà economiche. Ci sono, poi, gli avvocati che lavorano con il gratuito patrocinio che attendono il pagamento da oltre due anni.
Ma quello che è a rischio è un’intero sistema della giustizia. La domanda di giustizia non ottiene risposta
“La condizione della macchina giudiziaria del nostro Paese ha raggiunto uno dei livelli più critici della storia repubblicana” hanno detto oggi in conferenza stampa il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, Giovanni Immordino, il delegato alla Cassa Forense del Distretto della Corte di Appello di Palermo, Pietro Alosi, il presidente dell’Unione dei Fori Siciliani, Giuseppe Di Stefano e il delegato all’OCF – Organismo Congressuale Forense – del Distretto della Corte di Appello di Palermo Accursio Gallo .
Per denunciare la situazione l’Organismo congressuale forense ha redatto un documento e aveva indetto una manifestazione per oggi dal titolo “Salviamo la Giustizia: delegittimata, paralizzata, indifesa. Ora basta!”. Ma gli avvocati hanno scelto di trasformare la manifestazione in conferenza stampa dkpo aver appreso che dal Ministero si lavora per una ripartenza dal 1 luglio.
“Non si conoscono ancora le modalità a cui si pensa” hanno precisato i legali che hanno anche denunciato un sistema al collasso, code infinite da parte degli avvocati per accedere al sistema di notifica degli atti, con turni che si devono prendere alle 3 o alle 4 del mattino.
Gli avvocati chiedono risposte chiare per la ripartenza anche perchè l’estate incalza. Chiedono di essere ascoltati nei tavoli tecnici dedicati e di essere messi in grado di dare risposte alle domande di giustizia dei clienti a tutti i livelli tanto penale quanto civile
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