La dieta mediterranea non è solo cibo: è cultura ed è un fattore per lo sviluppo sostenibile. Lo ha detto Giuseppe Di Sclafani al convegno Gal Elimos Incultum, dedicato a un progetto di sviluppo rurale che poggi sulle radici ancestrali della cultura islamica in Sicilia. Di Sclafani è il responsabile della Commissione sulla dieta mediterranea dell’Ordine dei Medici.

 

Dieta mediterranea, patrimonio dell’umanità

“Dall’UNESCO nel 2010, la dieta mediterranea è stata dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità -spiega Di Sclafani – perchè è un modello nutrizionale rimasto invariato nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio d’oliva, cereali, frutta fresca, secco, verdura, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino e un focus sempre nel rispetto delle tradizioni di ogni comunità”.

“La dieta mediterranea – continua il medico- è più di un modo di cibarsi. E’ uno stile di vita, poichè promuove l’interazione sociale poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una certa comunità e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, racconti e tradizioni. Nel concetto di dieta mediterranea viene incluso non solo il cibo, ma anche le tradizioni, il territorio e quant’altro. Per questo la dieta mediterranea coincide con lo sviluppo sostenibile”.

Ecco come è stata scoperta la dieta mediterranea

Di Sclafani ricorda che  l’Ordine dei Medici di Palermo è sede della presidenza della Conferenza permanente di tutti gli ordini dei medici del Paese del Mediterraneo. Il medico ricorda come sia nato il concetto di dieta mediterraneo: “il concetto di terreno nasce da un ricercatore americano che  negli anni 50 si trasferisce con la moglie in Campania. Il ricercatore si accorge che coloro i quali vivevano in quella zona camminavano di più non morivano per infarto, non avevano ictus e non soffrivano di pressione arteriosa per cui si è posto il problema. Ma come mai questi qua vivono così bene e campano così a lungo? E quindi si è inventato lo studio delle sette nazioni? Qual è? Cosa era lo studio delle sette nazioni? Ha preso 14 campioni di soggetti per un totale di 12.000 casi e ha confrontato lo stile di vita alimentare di i paesi del Mediterraneo con i paesi invece del Nord Europa, del Giappone, degli Stati Uniti d’America. Per cui alla fine si è accorto di fatto che coloro i quali si nutrivano di cereali o l’extravergine d’oliva, frutta e verdura avevano un’incidenza minore di malattie cardiovascolari rispetto a coloro i quali invece si cibavano di carne, soprattutto carne, carne lavorata, strutto o cibi ultra processati”.