Il giudice del Tribunale di Termini Imerese Fabio Stuppia ha condannato al pagamento di una multa da mille euro l’attuale sindaco di Castellana Francesco Calderaro e Santo Sabella, accusati di diffamazione nei confronti della segretaria comunale Lucia Maniscalco.

Nel 2016 quando la segretaria comunale, assistita dall’avvocato Salvatore Sansone, ha presentato la querela, i due imputati erano rispettivamente consigliere comunale e presidente del consiglio comunale. La pena è stata sospesa. Il risarcimento del danno dovrà essere quantificato in un processo in sede civile.

La querela

Nella querela la Maniscalco ha denunciato il comportamento di Calderaro, e di Sabella che avrebbero usato “toni ed espressioni di indignata disapprovazione, criticavano – si legge nella querela – irrispettosamente e illegittimamente l’operato della segretaria”. Sabella, secondo la denuncia della Maniscalco avrebbe dichiarato “Se la Segretaria Comunale ora sta un poco eccedendo, non può venire? Se ne vada a casa! Si dimetta! Si dimetta, se ne vada! Ce ne faremo una ragione. Abbiamo il vicesegretario, chiamiamo un altro segretario. Anche perché ci costa già parecchio. Ci costa parecchio”. Calderaro, dai banchi dell’opposizione, avrebbe detto “Senza fare nenti”. Secondo Calderaro e Sabella le loro dichiarazioni sarebbero state male interpretate e riportate in maniera errata.

Le parole di Maniscalco

“Sebbene la sentenza riconosca la grave condotta di diffamazione posta in essere dai signori Sabella e Calderaro – commenta la Maniscalco – ai miei danni, mi rimetto alla competenza del giudice civile per il risarcimento dei danni morali e materiali procuratimi”.

“Non posso dirmi soddisfatta – chiosa la parte offesa – per il lieve trattamento sanzionatorio applicato agli imputati. Per tale ragione, ho già dato mandato al mio avvocato di intraprendere le ulteriori iniziative legali per meglio tutelare le mie ragioni”.

Probabile appello per “condanna che non soddisfa”

“Non comprendiamo – afferma l’avvocato Sansone – su quali parametri il giudice abbia valutato le circostanze attenuanti generiche non solo applicabili ma addirittura equivalenti all’aggravante contestata di diffamazione a pubblico ufficiale”.

“Attendiamo – conclude Sansone – di leggere la motivazione della sentenza per valutare di sollecitare i poteri del sig. Pubblico Ministero e proporre appello ad una condanna che non soddisfa pienamente le ragioni della mia cliente”.

La difesa di Calderaro e Sabella

“Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma certamente proporremo appello. È certo e lo si evince dalla registrazione , che Sabella e Calderaro non intendevano affermare che la dottoressa Maniscalco è una fannullona, ma al contrario che lavorava fin troppo ,essendo a scavalco in tre Comuni ,e che a Castellana si impegnava prevalentemente nell’interesse della Giunta e non del Consiglio Comunale. Prova ne sia che, come ha affermato il consigliere Calderaro in quella registrazione , alle ore 20 del 26 dicembre 2015 era al Comune per motivi di lavoro che riguardavano la Giunta”.