Milioni di ragazzini ma anche adulti, ad ogni latitudine, praticamente ipnotizzati. Il nuovo videogioco Pokémon GO è uscito solo da una settimana ma già è diventato un fenomeno mondiale.

Pokémon GO è un’applicazione disponibile per smartphone Android e iOS che sfrutta la tecnologia della realtà aumentata.
Grazie al supporto del GPS e della realtà aumentata i giocatori si trasformano in allenatori di Pokémon virtuali e devono andare in giro per la città cercando di catturare Pokémon, conquistare palestre e guadagnare soldi per le Poké Ball.

Si comincia creando un proprio avatar e scegliendo tra uno dei Pokémon starter della prima generazione: Charmander, Bulbasaur e Squirtle. Utilizzando un particolare trucco, inoltre, si può anche catturare un Pikachu.

Poi si visualizza la mappa presente nel videogioco. Sullo schermo dello smartphone viene segnalato un Pokémon nelle vicinanze e se si intende catturarlo bisogna cercare il punto preciso in cui si nasconde e attivare la fotocamera.
Infatti, grazie alla nuova tecnologia della realtà aumentata, il Pokèmon compare proprio nell’ambiente in cui ci si trova.

In poche ore, quella del Pokemon Go è diventata una sorta di ‘mania’, oltre che un fenomeno sociale.
Anche i palermitani non sono da meno. A dimostrarlo una foto pubblicata su Facebook in cui si vede un nutrito gruppo di giovani al Giardino Inglese di Palermo con gli occhi incollati sul proprio smartphone, completamente presi dalle dinamiche del gioco virtuale.

Intanto è stato fissato per venerdì 29 luglio, nella fattoria di Maiano di Firenze, il primo raduno fiorentino di Pokemon Go. Dalle 18 libero accesso al parco botanico, 50 ettari di superficie, per potersi addentrare nel bosco della fattoria e mettersi sulle tracce dei Pokemon, gli animali virtuali creati nel 1995 dalla fantasia del giapponese Satoshi Tajiri e tornati oggi fenomeno del momento.

La mania Pokemon Go inoltre non conosce confini, nè limiti. L’organizzazione umanitaria ‘Posavina bez mina’ ha lanciato un allarme sul fatto che alcuni giocatori in Bosnia si sono spinti nelle aree a rischio mine per dare la caccia ai Pokemon.
“Si pregano tutti i cittadini di non farlo e di rispettare i segnali di pericolo mine e di non addentrarsi nelle zone che non conoscono”, è stato l’appello della ong sulla propria pagina.