“Si sta concludendo l’anno 2018 ma ancora, nonostante la buona volontà e il senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali non si è riuscito a chiudere l’accordo economico con l’amministrazione, tutto questo per un pastrocchio tecnico, contabile e amministrativo, di difficile comprensione.

A pagarne le spese di questo pastrocchio, saranno solo i lavoratori del Comune di Palermo, a questo il Csa, la Uil e la Cgil  dicono un fermo no”. Lo dicono in una nota Lillo Sanfratello della Cgil Fp, Nicola Scaglione, Csa, Salvatore Sampino e Ilio Martinez della Uil Fpl. “L’amministrazione invece di celarsi dietro un fantomatico parere negativo dei revisori dei conti che tra l’altro nessuno conosce ufficialmente, per non sbloccare le risorse fondamentali per il salario accessorio dei dipendenti, cerchi strade alternative che consentano il superamento di tale blocco – aggiungono i sindacalisti – Abbiamo hanno più volte proposto misure alternative, che tutelerebbero sia le posizioni contrattuali dei lavoratori, sia i servizi resi alla cittadinanza. Invece l’amministrazione con questa intransigenza porterà la città al collasso con il blocco di fatto di molti servizi.

Si ricorda che una eventuale mancato accordo economico con i sindacati sarebbe una frattura difficilmente sanabile nei rapporti tra sindacati e Amministrazione, pertanto si cerchino altre strade, altrimenti in conseguenza di questo blocco della contrattazione le organizzazioni per tutelare i diritti contrattuali dei lavoratori porteranno l’amministrazione davanti un sicuro contenzioso.

I lavoratori comunali, sono stanchi dell’atteggiamento superficiale con cui l’amministrazione da ormai più di un lustro, tratta le questioni del personale del comune di Palermo. In attesa di una definitiva risoluzione della vertenza, con il superamento della surreale questione “revisori dei conti”, che a partire già dal 01/01/2019 potrebbe causare il blocco dei servizi (impianti sportivi, cultura, polizia municipale ecc.), si proclama lo stato di agitazione di tutti i dipendenti dell’Ente, riservandosi azioni di lotta sindacale più incisive”.